L’Europa orientale al centro dello scacchiere: effetto Ucraina

Lituania-Polonia: "Insieme per un ruolo guida nella regione. La nostra ambizione può cambiare la situazione geopolitica"

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L’Europa orientale diventa il baricentro di nuove alleanze geopolitiche. E si propone come innovativo assetto nello scacchiere internazionale. In un ruolo di contenimento delle mire russe verso quelle che sono state per decenni le aree di dominio dell’ex Urss. “In futuro, la Lituania e la Polonia potranno assumere una funzione-guida nella regione. E’ molto importante fissare obiettivi chiari e ambiziosi per cambiare la traiettoria geopolitica della nostra regione”, afferma la presidente del Parlamento lituano, Viktorija Cmilyte-Nielsen. Nel corso dell’incontro a Varsavia, con il presidente della Camera bassa del Parlamento polacco, Szymon Holownia. Cmilyte-Nielsen ha sottolineato che il sostegno all’Ucraina rappresenta l’obiettivo di massima urgenza su cui i due Paesi si devono concentrare. “Dobbiamo aiutare, lavorare congiuntamente, sostenere l’idea che una pace giusta e sostenibile nella regione è possibile solo dopo la vittoria dell’Ucraina”, ha aggiunto Viktorija Cmilyte-Nielsen. “La vittoria dell’Ucraina e il suo ingresso nell’Ue e nella Nato non potranno che avere un forte impatto sulla situazione in Bielorussia. In questo modo possiamo cambiare radicalmente il futuro geopolitico della nostra regione”. Holownia ha, a sua volta, ribadito la necessità di convincere gli alleati – e in particolare gli Stati uniti – a continuare convintamente il sostegno all’Ucraina. “Faremo il possibile per convincere tutti che in questo momento bisogna agire, non parlare”, assicura Holownia.
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Europa in evoluzione

La Russia ha annunciato l’intenzione di raddoppiare il numero delle truppe lungo il confine con gli Stati baltici. Alimentando timori di un potenziale conflitto con la Nato entro il prossimo decennio. Tallinn, capitale dell’Estonia, si prepara ad aumentare gli investimenti militari. Destinando il 3% del Pil alla difesa nel 2024 e aumentando le dimensioni delle forze armate entro fine anno. Estonia e Lettonia sollecitano gli altri Paesi europei a intensificare gli sforzi difensivi, considerando la reintroduzione della coscrizione. Nel frattempo, la Romania sta sviluppando la sua base militare a Mihail Kogalniceanu, diventando la più grande base Nato in Europa, per contrastare la crescente presenza russa nel Mar Nero, con l’obiettivo di ospitare fino a 10.000 soldati e civili entro il 2030. In Lituania, poi, la Germania già guida uno dei quattro gruppi tattici (battlegroup) dislocati dalla Nato in Polonia e nei tre Stati baltici a partire dall’inizio del 2017 nell’ambito della missione “Enhanced Forward Presence” (Efp) per rispondere alla crescente minaccia della Russia. I battlegroup sono composti ciascuno da oltre 1.000 soldati che rafforzano le forze armate dei Paesi ospitanti e quello guidato dalla Germania ha attualmente una forza di circa 1.700 soldati. temi discussi nei think thank e nei convegni di associazioni in tutta Europa. A Vicenza, per esempio, si è svolta la 17esima edizione del Festival Città Impresa. Tre giorni di convegni ed eventi distribuiti in varie sedi. I convegni sono stati dedicati agli impatti nella geopolitica sul mondo delle imprese e con quali strategie affrontarli.

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Sfida da affrontare

“La difesa come nuova priorità dell’Europa. E per finanziarla il meccanismo del debito comune già introdotto per far fronte alla pandemia”, è stata la visione emersa sul futuro dell’Europa dal dibattito tra Angelo Panebianco, professore dell’Università di Bologna e Francesco Giavazzi, professore della Bocconi. “L’Europa viene da 80 anni di pace garantita dall’ombrello americano – spiega Panebianco -. E di conseguenza ha disinvestito nella difesa per potenziare il welfare, il mercato e la moneta unica. Ma oggi, con la spinta isolazionista americana emersa in diverse elezioni, serve rimettere al centro il tema della difesa del continente”.  Aggiunge il politologo: “Una sfida da affrontare in modo comune, anche se una comunità europea di difesa non si è mai fatta. Vista la taglia delle potenze che si devono affrontare, non può funzionare una ricerca autonoma di salvezza, ma devono prevalere tendenze centripete tra i Paesi Ue”. Sul tema gli fa eco Giavazzi: “Sulla sicurezza non ha senso che ciascun paese spenda da solo. Serve un investimento comune dell’Unione Europea e solo se c’è unanimità si riesce a procedere velocemente”.

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Scenari

Il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, generale Luca Goretti ha parlato di difesa e geopolitica alla cerimonia per i “100+1” del nuovo polo concorsuale di Guidonia. “In questo nuovo orizzonte temporale che si sta schiudendo molto resta da fare per mantenere e accrescere il livello di eccellenza raggiunto- afferma- Soprattutto in questo periodo storico nel quale le aree di crisi e i conflitti sembrano non avere più fine ed estendersi dai limiti orientali dell’Europa al lontano Oceano Pacifico. Passando per le sponde asiatiche e africane del Mediterraneo. Un ‘mondo di ombre’ lo hanno definito alcuni esperti in geopolitica. E così alle le minacce ibride e asimmetriche, anche all’interno di nuovi domini come lo spazio ed il cyber, si aggiungono forme di contrasto classiche che, erroneamente pensavamo estinte”. Quindi, sottolinea Goretti, “proprio questa improvvisa recrudescenza porta a privilegiare compattezza e coesione per permettere alla forza armata di continuare ad essere rilevante per il sistema Paese”. Pertanto “dovremo necessariamente continuare ad evolverci, mantenendoci pronti in qualsiasi situazione ad affrontare quel futuro che a volte si manifesta in modo assolutamente imprevedibile e minaccioso per le nostre democrazie. L’essere umano rimane e sarà sempre al centro di ogni nostra decisione“.