Un dono speciale per aiutare i bambini che soffrono

Interris.it ha intervistato il portavoce di Unicef Italia in merito alla storica iniziativa solidale "Dona una Pigotta"

Infanzia

ll Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, la cui sigla è Unicef in precedenza denominato United Nations International Children’s Emergency Fund, e dal 1953 United Nations Children’s Fund, è un fondo delle Nazioni Unite, organo sussidiario fondato al termine della Seconda guerra mondiale con l’obiettivo di aiutare i bambini vittime del conflitto.

L’attività di Unicef oggi

L’Unicef oggi è presente in quasi tutti i paesi del mondo e quest’anno ha celebrato i suoi 75 anni di attività sempre al fianco dei bambini in difficoltà in ogni parte del globo al fine di garantire loro un futuro migliore, anche e soprattutto in questo periodo fortemente segnato dalla pandemia da Covid-19 che ha reso più aspre ed evidenti le problematiche legate all’infanzia. In occasione delle festività natalizie Unicef, con l’obiettivo di garantire un aiuto costante ai bambini che soffrono, ha lanciato l’iniziativa denominata “Adotta una Pigotta”. Interris.it ha parlato di questo e dell’opera di Unicef nel mondo con il Dottor Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. Il dott. Iacomini, fin da giovanissimo, si è impegnato come volontario e attivista nel mondo dell’associazionismo scoutistico, politico e sociale. Tra le sue missioni più importanti ci sono quelle in Ghana, Sierra Leone, Libano, Siria, Giordania, Iraq e Kurdistan iracheno dove ha visitato molti campi profughi e attività dell’Unicef. Dal 2014, attraverso la campagna denominata ”INVIAGGIO” – che preso vita in diverse scuole, università e piazze – racconta la sua esperienza sul campo per sensibilizzare i giovani in merito ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel mondo, sulla povertà e sullo scenario internazionale. È autore di svariati testi, tra cui il romanzo autobiografico intitolato “Il giorno dopo”. Nel 2019 gli è stato conferito dalla Regione Abruzzo il premio internazionale “Ignazio Silone”.

Unicef in Afghanistan (immagine Unicef)

L’intervista

In quali Paesi oggi Unicef è maggiormente presente?

“Siamo presenti in tutte le zone di emergenza del mondo, laddove ci sono problemi di fame, carestia, conflitti e problemi legati al clima. L’Unicef è un’organizzazione nata nel 1946 e che oggi è presente praticamente in tutti i paesi del mondo. Quindi, nelle aree più di crisi, quali ad esempio l’Africa subsahariana e il sud est asiatico che sono le zone in cui si manifestano le maggiori criticità ma operiamo in 196 paesi del globo”.

In che cosa consiste l’iniziativa “Adotta una Pigotta” e com’è nata?

“Adotta una Pigotta” nasce dall’iniziativa di una signora straordinaria di Milano che cuciva questa bambola di pezza diventata un simbolo per la nostra organizzazione. Questa bambola è il simbolo di molte cose: pace, salvezza, unità, gioia, amore e di fatica perché prende vita attraverso l’azione di tanti volontari, di tanti uomini e soprattutto donne, che la costruiscono con gli strumenti semplici che hanno in casa oppure nelle carceri, nei centri anziani oppure nei comitati dell’Unicef. È una grande iniziativa dei nostri volontari, la più importante e la più gloriosa della nostra organizzazione che ha un mandato preciso: questa bambola è speciale perché salva la vita di milioni di bambine e bambini del mondo, è straordinaria. Nel corso degli anni è stata legata a tanti progetti, oggi è la bambola attraverso il cui acquisto, non soltanto si può adottare e quindi di conseguenza si trova un cartoncino in cui è scritto il nome della bambola che vi è stato assegnato e poi può essere spedito alla persona alla quale si regala. Ma, la Pigotta, salva tante vite umane e soprattutto, salva tante bambine e bambini da un fenomeno molto diffuso che si chiama malnutrizione che oggi purtroppo, a causa della pandemia da Covid-19, è in aumento, basti pensare che nel mondo ci sono 145 milioni di bambini che vivono in condizione di malnutrizione cronica e 50 milioni soffrono di malnutrizione acuta. Nel corso di questi decenni la Pigotta è riuscita a raccogliere milioni di euro che sono serviti proprio per salvare le bambine e i bambini dalla malnutrizione, dalla mortalità infantile che siamo riusciti a ridurre da 12 milioni all’anno a 5 milioni. Questa è una bambola speciale perché ha salvato la vita di milioni di esseri umani”.

In che modo si può aiutare Unicef e i bambini che sono in difficoltà in questo frangente connotato dalla pandemia?

“Innanzitutto, sul nostro sito www.unicef.it si trovano tutte le emergenze del momento in cui siamo impegnati e potete sostenere i nostri progetti. La Pigotta appunto, che ha un sito dedicato, ma anche gli altri fronti dove siamo maggiormente coinvolti, ad esempio la distribuzione delle dosi di vaccino ai paesi che non possono permettersele con il programma Covax, la malnutrizione specialmente in Afghanistan e ad Haiti e altre zone del mondo che in questo momento sono in sofferenza come ad esempio l’Africa subsahariana. Attraverso il nostro sito si può scegliere il progetto a cui dedicarsi sapendo che le grandi emergenze del pianeta sono queste: ossia quelle per le quali la pandemia ha creato cento milioni di poveri in più tra le bambine e i bambini e, proprio a questo proposito, bisogna ricordare che il fenomeno colpisce anche l’Europa e il nostro Paese dove ci sono un milione e trecentomila bambini che vivono in povertà assoluta. C’è un grande impegno di Unicef su questo versante. Oltre a ciò, siamo presenti con il nostro staff in tutti i paesi dove ci sono dei grandi conflitti internazionali che continuano, come ad esempio in Siria, Yemen ed in tutti luoghi dove si verificano catastrofi climatiche. Ossia siamo presenti non soltanto in contesti di mortalità e malnutrizione ma anche in fenomeni causati dall’uomo come i conflitti armati quali Afghanistan, Siria, Yemen ed un tempo l’Iraq”