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Don Prosperini (Caritas Bologna): “Le nuove povertà esigono risposte più complesse”

Tra le pieghe della necessità e del bisogno, si nascondono ulteriori fragilità a cui occorre dare ascolto, attenzione e soprattutto risposte mirate. Negli oltre cinque milioni di poveri assoluti “censiti” da Caritas italiana, con un aumento di un milione di persone rispetto alle stime pre-pandemia, ci sono persone bisognose che presentano anche altre vulnerabilità. Come il caso di chi si trova in condizione di povertà e contemporaneamente soffre di patologie come il diabete o il colesterolo alto, ma non dispone dei mezzi economici per curare la propria alimentazione, con ciò che ne consegue in termini di salute. Per farsi prossimi a questa specifica esigenza, la parrocchia della Beata Vergine di Bologna, la Caritas diocesana felsinea e l’amministrazione bolognese danno vita a “MenSana”, con l’obiettivo di fornire cibi sani a chi è affetto da alcune patologie, 15 persone segnalata dalle Caritas e dai presidi territoriali, con una dieta studiata appositamente da un nutrizionista dell’Asl di Borgo Reno. “Siamo al servizio dei bisognosi per il cibo e per la salute”, ha dichiarato don Giuseppe Ponzoni, il parroco del quartiere Barca che mette a disposizione di questo progetto, che parte ad ottobre, la sua mensa parrocchiale, alla conferenza stampa dov’era presente l’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi. “Bisogna sempre partire dalle esigenze reali delle persone“, ha ricordato sempre in quell’occasione il neoeletto capo dei vescovi italiani.

La povertà in Italia

In Italia la povertà ha stabilito il suo nuovo, triste, primato. Dal Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale di Caritas italiana “Oltre l’ostacolo” emerge il record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni, pari a due milioni di nuclei familiari. Nel 2020 la rete Caritas ha supportato, grazie ai suoi 6.780 servizi, 1,9 milioni di persone. Un drammatico ponte tra il 2020 e il 2021 è rappresentato da quel 16,1% di persone che si trovano ancora in stato di bisogno, dopo essersi rivolte alla Caritas. Mentre nei primi otto mesi del 2021 è aumentato del 7,6% il numero di persone assistite dalla rete Caritas in Italia rispetto all’anno precedente, anche se nel post pandemia è calata l’incidenza dei nuovi poveri (il 37% del totale), ed è salita la quota di chi vive forme di povertà croniche (27,7%).

L’idea

“MenSana” è frutto inoltre dell’interlocuzione con i servizi territoriali e la presa di coscienza che “a Bologna manca un luogo per persone con patologie legate anche all’alimentazione, per cui la qualità del cibo e come una persona mangia è molto importante”, spiega a Interris.it don Matteo Prosperini, direttore della Caritas diocesana felsinea. “L’idea consiste nel convogliare alla mensa persone che si trovano dentro i servizi della Caritas e soffrono di patologie che una corretta alimentazione può comunque aiutare a tenere sotto controllo”.

“Sana insistenza”

Il progetto è nato da quella che don Prosperini chiama la “sana insistenza” di un parroco che voleva sfruttare al meglio la sua struttura che ospita una mensa parrocchiale, anche inserendo un cuoco, in un quartiere che ha conosciuto e in parte conosce anche oggi il problema della povertà: quartiere Barca. “E’ significativo iniziare a lavorare da lì perché da quella zona arrivano diversi utenti della Caritas”, spiega il direttore, aggiungendo che “da qualche anno Caritas opera anche nei territori, in collaborazione coi parroci, per raccogliere stimoli e porre dei segni che esprimano le opere realizzate insieme”.

Cibo e salute

“Serve una riflessione sul grande tema del ‘dare da mangiare ai bisognosi’ nel 2022”, spiega don Prosperini, “questa operazione è un po’ un ‘progetto-pilota’”. L’iniziativa messa in campo si muove quindi due binari, quello dell’attenzione alle persone – “ogni bisognoso può avere le sue esigenze particolari”, continua il direttore di Caritas Bologna –, in questo caso alla loro salute, e l’educazione all’alimentazione, grazie alla presenza della figura del nutrizionista. Tutto questo può avere, è l’auspicio e l’obiettivo, un risvolto positivo sulle condizioni di salute di queste persone e sui loro percorsi di cura.

Nuove povertà e risposte complesse

Anche nel capoluogo dell’Emilia-Romagna si osservano gli effetti socio-economici dei due anni di pandemia, che hanno esacerbato difficoltà già esistenti e generatene di nuove, e non solo. “C’è stato un aumento delle persone che si rivolgono a noi, con nuovi problemi ed esigenze, e la città ha potenziato i suoi strumenti”, racconta il direttore di Caritas Bologna. “Oggi dobbiamo fare i conti con disagi inediti, come la povertà digitale”, illustra don Prosperini, “e servono allora capacità aggiornate di dare risposte più complesse e facendo rete”.

Lorenzo Cipolla

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