Povertà, rapporto Caritas: “1 milione di poveri in più rispetto al pre-pandemia”

Caritas italiana ha diffuso oggi il XX Rapporto su povertà ed esclusione sociale, intitolato "Oltre l'ostacolo"

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Il logo del XX Rapporto Caritas Italia su povertà ed esclusione sociale, intitolato "Oltre l'ostacolo"

Caritas italiana ha diffuso oggi il XX Rapporto su povertà ed esclusione sociale, intitolato “Oltre l’ostacolo“.

Il XX Rapporto

Secondo le statistiche ufficiali sulla povertà evidenziate dal XX Rapporto annuale, e riassunte dal Sir, “con la pandemia ci si è allontanati rispetto a molti degli obiettivi dell’Agenda 2030 di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite nell’ambito del contrasto alla povertà”: solo in Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al pre-pandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2milioni di nuclei familiari). L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%). Negli ultimi dodici mesi si rafforza lo svantaggio di minori e giovani under 34. Oggi si contano 1 milione 337mila minori che non hanno l’indispensabile per condurre una vita quotidiana dignitosa. Complessivamente gli studenti che non hanno partecipato alle video-lezioni risultano quasi 600 mila, pari all’8% degli iscritti, con un minimo di esclusi nelle regioni del Centro (5%) e valori più elevati (9%) nel Mezzogiorno.

I “nuovi poveri”

Dei nuovi poveri seguiti nel 2020 il 70,3% non ha fatto più ricorso ai servizi Caritas, un dato che è segnale di speranza e di ripartenza ma dice anche che il 29,7% ancora oggi continua a “non farcela”.

Nei primi otto mesi del 2021 sono aumentati del 7,6% il numero di persone assistite dalla rete Caritas in Italia rispetto al 2020, anche se nel post pandemia cala l’incidenza dei nuovi poveri (il 37% del totale). Le persone incontrate per la prima volta nel 2020 ancora in uno stato di bisogno costituiscono il 16,1% degli assistiti. Nel 2021 sale la quota di chi vive forme di povertà croniche (27,7%): più di una persona su quattro è accompagnata da lungo tempo e con regolarità dal circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali. E preoccupa la situazione dei poveri “intermittenti” (19,2%), che oscillano tra il “dentro- fuori”.

Nel 2020 la rete Caritas ha supportato 1,9 milioni di persone, una media di 286 individui per ciascuno dei 6.780 servizi promossi o gestiti dallo stesso circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali (al cui interno operano oltre 93mila volontari laici e oltre 800 ragazzi in servizio civile). Nei centri di ascolto e servizi in rete le persone incontrate sono state complessivamente 211.233. Delle persone sostenute nell’anno di diffusione del Covid19, quasi la metà, il 44% ha fatto riferimento alla rete Caritas per la prima volta.

Le Regioni più povere: Valle d’Osta al primo posto

Nel volume si scoprono anche povertà “inedite”: tra le regioni con più alta incidenza di “nuovi poveri” si distingue la Valle d’Aosta (61,1%,) la Campania (57,0), il Lazio (52,9), la Sardegna (51,5%) e il Trentino Alto Adige (50,8%). Con importanti differenze legate all’età: per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà pesano per il 57,7%. La crisi socio-sanitaria ha inoltre acuito le povertà già esistenti: la quota di “poveri cronici” (che frequentano cioè i circuiti Caritas da circa 5 anni) è salita dal 25,6% nel 2019 al 27,5% nel 2020, una persona su 4. L’età media delle persone incontrate è 46 anni. Oltre la metà delle persone che hanno chiesto aiuto (il 57,1%) ha la licenza di scuola media inferiore, percentuale che nel Mezzogiorno arriva al 77,6%. Il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli (oltre 91 mila persone); tra loro quasi un terzo vive con figli minori (pari a 29.903 persone), a significare un livello elevato di povertà minorile.

Riordinare il Reddito di cittadinanza

A due anni dall’introduzione la Caritas avanza una serie di proposte per il riordino del Reddito di cittadinanza, tra le quali: migliorare la capacità di intercettare la povertà assoluta; prevedere un pacchetto complessivo di interventi per ampliare o restringere alcuni criteri di accesso; migliorare e rafforzare i servizi e le azioni per l’inserimento lavorativo e per l’inclusione sociale.

Il Reddito di cittadinanza (RdC) ha supportato 3,7 milioni di persone nel corso del 2020 a livello nazionale, uno su cinque (19,9%) fra coloro che si sono rivolti ai centri e servizi Caritas nel 2020 e più della metà (55%) dei beneficiari di una indagine sui beneficiari Caritas monitorati dal 2019 (pre-pandemia)al 2021. Tra gli italiani utenti dei centri Caritas l’incidenza dei percettori sale al 30,1%, scende invece al 9,1% tra gli assistiti stranieri. Nelle regioni del Mezzogiorno l’incidenza di chi percepisce la misura è molto più elevata (pari al 48,3%), rispetto alle regioni del Nord (23,4%) e del Centro (8,5%).