Costantino (Cisl Foggia): “Migranti morti nel ghetto, una tragedia evitabile”

A Interris.it la dottoressa Carla Costantino, Segretario Generale CISL Foggia, commenta la morte dei due migranti nel ghetto di Borgo Mezzanone e spiega le possibili soluzioni per il superamento di questi "non luoghi"

Alcune immagini del ghetto di Borgo Mezzanone, a Foggia. Foto: CISL Foggia

“Quando perdono la vita delle persone, come i due giovanissimi ragazzi nel ghetto di Foggia morti ieri, è una sconfitta per tutti. Ma la soluzione ci sarebbe, basterebbe applicarla per scongiurare tragedie simili in futuro”.

Così a Interris.it la dottoressa Carla Costantino, Segretario Generale CISL Foggia, in merito ai due migranti morti ieri nel ghetto di Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia in provincia di Foggia.

La dottoressa Carla Costantino, Segretario Generale CISL Foggia

“Temevamo la possibilità di una tragedia già da qualche settimana – commenta Costantino –  perché con l’arrivo del grande freddo può capitare di tutto nel ghetto. Sono episodi che purtroppo si sono già verificati in passato che lasciano tanta amarezza perché ci sentiamo impotenti dinanzi a queste situazioni terribili”.

Cosa è successo lunedì notte nel ghetto?

“I due ragazzi si erano chiusi con una porta di ferro nella baracca per superare le bassissime temperature. Non avevano altro per scaldarsi se non un braciere di fortuna, fatto col carbone. Quando hanno visto le fiamme, gli altri migranti hanno tentato di salvarli, ma la pesante porta di ferro ha impedito loro di entrare. Quando ci sono riusciti, era già troppo tardi. Queste morti non sono solo dovute al freddo, ma anche alla povertà nella quale sono costrette a vivere centinaia di persone”.

Veduta aerea del ghetto di Borgo Mezzanone, a Foggia. Foto: CISL Foggia

Cosa fa la CISL Foggia per i migranti del ghetto?

“La CISL Foggia è impegnata da anni con FAI-CISL e con ANOLF-CISL nel cercare di attenuare le grandissime difficoltà che vivono i migranti sia nel ghetto di Borgo Mezzanone – l’ex pista: qui vi era infatti una base aerea dell’Aeronautica Militare Italiana, successivamente dismessa – sia nell’altro ‘non luogo’ foggiano, il ghetto di Rignano. Sono situazione difficilissime, ulteriormente complicate dal freddo”.

“Come CISL anni fa avevamo proposto la riconversione di un centro di accoglienza per richiedenti asilo (un CARA, per intenderci) ubicato vicino a Borgo Mezzanone che, dopo il Decreto Salvini, era stato svuotato. Noi avevamo proposto, attraverso un’alleanza istituzionale, di trasferire gli stranieri regolari del ghetto nelle strutture del CARA. Oggi questa nostra proposta è stata parzialmente realizzata grazie all’alleanza istituzionale: il CARA diverrà a breve una foresteria regionale per i lavoratori regolari che vivono nel ghetto”.

Il ghetto di Borgo Mezzanone, a Foggia. Foto: CISL Foggia

Quanti sono i migranti assunti regolarmente?

“Sono la stragrande maggioranza dei migranti lì presenti. Hanno costruito una sorta di comunità perché è vicina ai luoghi di lavoro, in genere i campi (lavorano quasi tutti in agricoltura) ed è parallela ai lati delle città”.

Costruire delle nuove baracche nel ghetto servirebbe?

“No. Va fatto un percorso di inclusione, non risolvibile con l’aggiunta di nuovi container all’interno del ghetto. Chiediamo invece che ci sia una riqualificazione urbana delle zone limitrofe e nuovi insediamenti urbanistici, anche coinvolgendo i comuni vicini. Se vogliamo una reale inclusione, infatti, dobbiamo farla ad ampio respiro. Il getto e tutti i ‘non luoghi’ come quello, vanno smantellati, non ampliati. E’ inoltre fondamentale assicurare il trasporto dall’abitazione al luogo di lavoro. Un trasporto regolare significa togliere potere ai caporali e dunque spezzare lo sfruttamento. CISL Foggia, sempre insieme a FAI e ANOLF, attraverso dei progetti regionali, ha istituito un servizio di trasporto chiamato ‘La navetta della dignità’. Inoltre, FAI e ANOLF hanno attivato il ‘Camper dei Diritti’ con il quale aiutano i migranti del ghetto nell’assistenza sindacale, sanitaria, lavorativa, contrattuale e legale. Il nostro aiuto ha una rilevanza, ma da solo non può risolvere l’annoso e gravoso problema del superamento del ghetto. Non è più rinviabile trovare soluzioni definitive, passando dal dire al fare”.

[In video, il servizio del giornalista Ciro Dattoli, CISL Foggia, ndr]

Quali strumenti esistono per superare il ghetto verso una piena inclusione?

“Oggi non esiste più l’alibi dell’assenza di risorse economiche per cambiare radicalmente questa situazione. Infatti, il PNRR ha previsto per il superamento dei ghetti – nello specifico per il comune di Manfredonia, quello destinatario dei progetti per Borgo Mezzanone dove sono avvenuti i decessi – 52 milioni di euro. I soldi devono essere impiegati per il superamento di questi insediamenti disumani, fatti di baracche in lamiera, senza elettricità, riscaldamento, acqua corrente né tantomeno fogne. Altrimenti, le morti per freddo, povertà e sfruttamento non finiranno. Ma adesso, grazie al PNRR, non ci sono più alibi per non intervenire. Lo dobbiamo per loro e, in generale, per la dignità umana”.