Coronavirus, dalla povertà alla miseria. La fame 2.0

Intervista di Interris.it sull'Italia che ha fame a Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus. "Entro agosto un terzo degli italiani avrà finito i risparmi"

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L’italia ha sempre più fame. “I dati ci dicono che il 77% delle famiglie già fragili ha visto cambiare la propria disponibilità economica e il 63,9% ha ridotto l’acquisto di beni alimentari- afferma a Interris. it Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco Alimentare OnlusSecondo un recente studio ad agosto un terzo degli italiani avrà dato fondo ai propri risparmi”.

La Caritas lancia l’allarme per il drammatico aumento delle famiglie in difficoltà. Chi sono gli “impoveriti” dalla pandemia che hanno iniziato con l’emergenza sanitaria ad avere problemi di sussistenza?
“I cosiddetti “nuovi poveri” sono i tanti artigiani, commercianti, lavoratori autonomi ma anche dipendenti (o ormai ex dipendenti o comunque a rischio) del mondo della ristorazione, bar, spettacolo, turismo, intrattenimento in generale. In particolare sono colpite le famiglie monoreddito con figli. Come del resto già per il 2019 i dati Istat testimoniano, la povertà aumenta al decrescere dell’età e al crescere del numero dei figli. I prossimi mesi purtroppo non sembrano prospettare miglioramenti della situazione. Tutti segnali preoccupanti, il rischio concreto è che da 5.5 milioni di poveri si arrivi a 10 e che 1 milione di bambini scivolino dalla povertà relativa a quella assoluta”.

Come si adegua il Banco Alimentare al peggioramento del quadro sociale?
“Il Banco Alimentare ha cercato di far fronte alla situazione sin da subito non fermandosi e non chiudendo mai. Al peggioramento della situazione si sta facendo fronte incrementando il più possibile la normale attività di recupero in partnership stretta con le aziende e le catene della grande distribuzione organizzata (Gdo), sollecitando nel contempo i cittadini, come ormai da tanti anni avviene, alla solidarietà e al dono perché anche questa difficile congiuntura possa essere occasione di accresciuta responsabilità. Siamo già passati dall’aiutare 1.5 milioni di persone prima dell’inizio della pandemia a 2.2 milioni, grazie anche al grandissimo sforzo di tutte le strutture caritative con noi convenzionate”.

Coldiretti propone di acquistare un miliardo di euro di cibo 100% Made in Italy da destinare alle famiglie povere per far fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza sociale senza precedenti e, allo stesso tempo sostenere il lavoro e l’economia del sistema agroalimentare tricolore duramente colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione.  Siete d’accordo?
“Diversi fondi sono già stati stanziati proprio con questo duplice scopo, di sostegno alle filiere in difficoltà da una parte, e dall’altra l’utilizzo delle derrate per chi è in difficoltà. Certamente è auspicabile che se la situazione dovesse registrare peggioramenti non vengano meno gli aiuti a tutti coloro che sono in difficoltà sui diversi fronti: produttori e persone in difficoltà. Al di là dell’entità, quello che potrà fare veramente la differenza sarà la tempestività”.

Come è andata la vostra campagna Emergenza Alimentare Italia?
Si è conclusa la campagna sms ma continua fino alla fine di agosto sulla piattaforma di crowfounding www.forfunding.intesasanpaolo.com la raccolta fondi destinata alla Rete Banco Alimentare. I fondi verranno distribuiti a tutte le organizzazioni Banco Alimentare e utilizzati a coprire i costi straordinari di questa emergenza, che si traduce inevitabilmente in un aumento di costi per gestire i magazzini, il trasporto e la movimentazione del cibo. Siamo sempre colpiti dal vedere la generosità dei tanti che anche con gesti piccoli rispondono al nostro appello e tendono una mano al prossimo”.