Colera e malnutrizione: la crisi dei bambini di Haiti

L’intervista di Interris.it al portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini sui rischi dell’epidemia di colera ad Haiti per i bambini affetti da malnutrizione acuta grave

Bisogna continuare a ricordare quello che accade ad Haiti. Il ricordo è miglior modo per non far dimenticare all’opinione pubblica la situazione di questo Paese”. Sensibilizzare le persone attraverso la parola, attraverso l’informazione, affinché non si dimentichino la drammatica condizione in cui versa il piccolo stato caraibico, fatta di instabilità politica, violenza urbana, conseguenze di disastri naturali estremidue devastanti terremoti di magnitudo 7 e 7.2 nell’arco di un decennio – e il ripresentarsi del colera, un’infezione che si diffonde con facilità nelle zone in cui scarseggia l’acqua potabile. E’ questo l’allarme e il monito, raccolto da Interris.it, del portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini sul rischio che la recrudescenza del colera rappresenta per centomila bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione acuta grave, cioè mangiano cibi con bassi valori nutritivi. Un allarme, quello dell’agenzia per l’infanzia delle Nazioni unite, finora pressoché inascoltato ascoltato. L’appello da 22 milioni di dollari lanciato da Unicef  per la risposta specifica al colera è infatti attualmente sotto finanziato.

La situazione del Paese

La vicina Repubblica Dominicana, l’altra parte dell’isola, è prospera, mentre qui non c’è pace”. Con un’efficace immagine, Iacomini fotografa la situazione di Haiti.“Negli ultimi 15 anni questa terra è stata martoriata dai terremoti, dalle recenti inondazioni nel nord che hanno lasciato senza casa e senza elettricità centinaia di migliaia di bambini, dagli alti tassi di violenza per via di gang criminali e dall’omicidio del primo ministro nel 2021”, prosegue. E ora un nuova epidemia di colera, dopo quella che seguì il sisma del 2010.  Il primo episodio dell’infezione è stato registrato il 2 ottobre 2022 e i casi sospetti sono saliti 357, la metà dei quali bambini sotto i 14 anni. “La crisi ad Haiti è sempre più una ‘crisi dei bambini’”, ha infatti dichiarato il rappresentante dell’Unicef ad Haiti Bruno Maes.

Colera, malnutrizione e bambini

La combinazione tra malnutrizione ed epidemia può essere fatale per i più piccoli con un fisico indebolito in un Paese dov’è più diffusa la povertà che i servizi medici. “Il colera è un’infezione tipica di zone con acqua non potabile e mette a rischio 100mila bambini con meno di cinque anni che, avendo un sistema immunitario debole a cause della malnutrizione acuta grave – quando mancano gli alimenti nutritivi – hanno probabilità di morire tre volte maggiori, se la contraggono”, illustra Iacomini. “A Cité Soleil ottomila bambini rischiano di morire per il colera e le sue concause, la povertà e la difficoltà di accedere ai servizi di base”. Nel comune dell’ovest del Paese, riporta Unicef, il cibo scarseggia perché la zona è tenuta sotto il controllo violento dei gruppi criminali urbani e per via dell’inflazione e del basso potere di acquisto delle famiglie. Un’analisi nutrizionale condotta ad aprile scorso a Cité Soleil ha rilevato livelli critici di malnutrizione, informa sempre l’agenzia Onu per l’infanzia, con un bambino su cinque sotto i 5 anni che soffre di malnutrizione acuta – in un Paese dove la malnutrizione cronica colpisce un bambino su quattro. Nel solo intervallo temporale luglio-ottobre di quest’anno, sono stati monitorati 3.155 bambini sotto i 5 anni e a 1.180 è stata garantita assistenza di qualità, mentre Unicef  e Ministero della Salute haitiano hanno lanciato uno screening per identificare la malnutrizione acuta tra 40mila bambini di quella fascia anagrafica.

Salute e sanità

Come per tantissimi bambini haitiani non è certo un pasto sano e nutriente, così è incerto anche l’accesso alle strutture sanitarie del Paese caraibico e alle cure mediche, a causa della carenza di carburante e dei saccheggi perpetrati dalle gang urbane. Ben più della la metà – 17 su 22 – delle principali strutture rischiano di chiudere a causa della mancanza di carburante, riporta Unicef, col rischio per 50mila tra bambini e neonati di non ricevere assistenza nelle prossime settimane. Inoltre, tre quarti dei principali ospedali ad Haiti non stanno fornendo servizi regolari. Anche l’aiuto umanitario si trova spesso la strada sbarrata dai gruppi armati che controllano il porto di Port-au-Prince, la capitale della repubblica caraibica.

L’impegno di Unicef

“Abbiamo portato cibo terapeutico, saponi e prodotti per la clorazione dell’acqua, cerchiamo di dare una mano alle strutture sanitarie locali”, continua Iacomini riferendosi agli aiuti fatti arrivare da Unicef nel Paese, nonostante “la difficoltà di raggiungere le famiglie più povere nelle zone sotto il controllo delle gang”. Gli aiuti umanitari di Unicef comprendono 755mila compresse per purificare l’acqua, 28.230 saponette, cibo terapeutico pronto all’uso e latte terapeutico. “Collaboriamo con gli operatori sul posto, ma nel frattempo la nostra richiesta di aiuto a livello internazionale è ancora sottofinanziata”, aggiunge il portavoce di Unicef Italia. Al 5 ottobre, ottobre, fa sapere sempre il fondo per l’infanzia delle Nazioni unite, è stato ricevuto il 20% circa dei fondi necessari per assistere 2 milioni di persone.