Fondazione Banco Alimentare: le eccedenze di cibo entrano nell’economia circolare

Un'indagine del Politecnico di Milano evidenzia tre gruppi di trasformatori alimentari molto diversi per strutturazione dei processi di gestione delle eccedenze, delle donazioni e per qualità dei dati. La testimonianza di Giovanni Bruno

alimentare

Economia circolare a sostegno della lotta allo spreco alimentare. 139 mila tonnellate di eccedenze donate da grandi e medie imprese dell’industria della trasformazione in Italia. I dati inediti sono contenuti nell’indagine promossa da Fondazione Banco Alimentare. La ricerca ha coinvolto 1.812 imprese. Pari a poco più del 22% delle 8.197 imprese dell’industria con più di 9 addetti. Suddivise in tre classi dimensionali. 72,6% piccole (da 10 a 49 dipendenti). 19,8% medie (da 50 a 249 dipendenti). E 4% grandi (da 250 dipendenti). L’indagine analizza la donazione di eccedenze alimentari per fini sociali. Rivelando che è molto diffusa nell’industria italiana della trasformazione. Per molte imprese le quantità donate sono importanti e regolari. Attraverso una gestione strutturata delle eccedenze. “E’ rilevante il circolo virtuoso che esiste tra donazione per fini sociali e le pratiche di economia circolare”, afferma la professoressa Paola Garrone. Docente di Business and Industrial Economics al Politecnico di Milano. E responsabile scientifico del Food Sustainability Lab della School of Management. Stop al “food waste”, dunque, come sollecitato dal Papa, dall’Onu e dalla Fao.alimentare

Spreco alimentare

Gestione delle eccedenze e donazioni: un settore a più velocità. L’indagine ha evidenziato tre gruppi di trasformatori alimentari. Molto diversi per strutturazione dei processi di gestione delle eccedenze, delle donazioni e per qualità dei dati. Il 64% delle grandi imprese misura regolarmente le eccedenze. E il 49% ha dichiarato di fare donazioni frequenti. Con una rete di donazione strutturata e formalizzata. L’85% dona le eccedenze. Con un tasso di donazione dello 0,3% della produzione. Pari a 29.200 tonnellate per anno. Le grandi imprese della trasformazione quindi si confermano una realtà consolidata. Nella gestione delle eccedenze. E nelle donazioni. Grazie a processi strutturati e formalizzati. Il 39% delle medie imprese misura regolarmente le eccedenze. E il 24% ha dichiarato di fare donazioni frequenti. Con processi di gestione delle eccedenze in via di rafforzamento. Il 60% delle aziende dona le eccedenze. Il tasso di donazione equivale allo 0,8% della produzione. Pari a 109.434 tonnellate per anno. Le medie imprese della trasformazione sono un potenziale importante. E necessita di rafforzare al proprio interno le competenze di gestione delle eccedenze.alimentare

Eccedenze

Il 26% delle piccole imprese misura regolarmente le eccedenze. E il 15% ha dichiarato di fare donazioni frequenti. Con dati di gestione delle eccedenze ancora incerti. Il 52% delle aziende dona le eccedenze. Con un tasso di donazione dell’1,2% della produzione, pari a 139.981 tonnellate per anno. Le piccole imprese della trasformazione sono un mondo ampio e differenziato al proprio interno. E costituiscono una realtà ancora emergente nel mondo della donazione. Sono, dunque, 139.000 tonnellate le eccedenze donate in un anno da grandi e medie imprese dell’industria italiana della trasformazione. Pasta e prodotti da forno guidano la classifica delle categorie di prodotto maggiormente disponibili. E si è evidenziata una correlazione positiva tra donazione di eccedenze ed economia circolare. Questi sono alcuni degli aspetti emersi nell’indagine promossa da Fondazione Banco Alimentare. E realizzata dal Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano. Con un’integrazione a cura della Fondazione per la Sussidiarietà. Che ha usato i dati raccolti per un’indagine statistica su alcuni aspetti legati al tema della donazione.alimentare

Banco

L’indagine è stata presentata a Milano in occasione del convegno annuale “The Reunion” di Fondazione Banco Alimentare. A cui ha partecipato, oltre a Paola Garrone, Alessandro Perego. Vicerettore allo Sviluppo Sostenibile e Impatto del Politecnico di Milano. Giorgio Vittadini. Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Pietro D’Angeli. Presidente di Assica, l’associazione degli industriali delle carni e dei salumi. Mario Piccialuti. Direttore Generale di Union Food. Gianluca Amadori. Responsabile della logistica di Orogel. Myriam Finocchiaro. Communication and Sustainability manager di Granarolo. Manuela Kron. Direttore Corporate Affairs e Marketing Consumer Communication Gruppo Nestlé in Italia. E con un videomessaggio Francesco Lollobrigida. Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. E Lucia Albano, sottosegretario dell’Economia e delle Finanze. Ogni giorno Banco Alimentare è impegnato a intercettare cibo ancora buono affinché non vada sprecato. Costruendo relazioni con i soggetti della filiera agroalimentare da un lato. E quelli istituzionali dall’altro.alimentare

Rete solidale

In tutta Italia sono 7.600 le organizzazioni partner territoriali convenzionate con Banco Alimentare. Mense, centri di accoglienza, case-famiglia offrono aiuto alimentare a 1.750.000 persone in difficoltà. A loro Banco Alimentare ha fatto arrivare nel 2022 oltre 110.000 tonnellate di alimenti. Parte salvate dallo spreco. Parte derivate da programmi nazionale ed Europeo di aiuto alimentare per la distribuzione gratuita agli indigenti. La stretta attualità, in continua evoluzione, impone un cambiamento. Ed è necessario conoscere sempre più e meglio. Per poter “fare” sempre più e meglio. Per questo Fondazione Banco Alimentare ha avviato un progetto pluriennale di ricerca. Con l’obiettivo di raccogliere informazioni e dati utili. Sul tema delle eccedenze, del recupero e della donazione. Dopo l’industria della trasformazione alimentare, sarà la volta della produzione agricola e dell’allevamento. A cui seguirà la distribuzione alimentare.alimentare

Settori

“Per la prima volta abbiamo a disposizione una ricerca che spacchetta i settori produttivi– sottolinea Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare-. Così possiamo porre le premesse per un lavoro concreto e diversificato per comparto. Poiché offre informazioni e dati utili sul tema delle eccedenze. Del recupero e della donazione”  Prosegue Giovanni Bruno: “Con queste evidenze abbiamo l’opportunità unica di valutare come aumentare i volumi di raccolta. E allo stesso tempo valorizzare lo sforzo delle aziende. Nel dare consistenza e valore ai processi di controllo. Misurazione e donazione delle eccedenze in termini di efficienze aziendale e di lotta allo spreco”. Dalla ricerca, infatti, emerge chiaramente come la donazione a scopo sociale sia il volano di strategie di prevenzione dello spreco. E le due attività risultano essere complementari nel raggiungimento dello stesso obiettivo. A vantaggio dell’ambiente e delle persone in difficoltà.