Guerra fredda tra Washington e Pechino: TikTok e WeChat nel mirino di Trump

Negli Usa non si potranno più scaricare le app con gli occhi a mandorla, TikTok e WeChat. Il divieto è stato imposto dall’amministrazione Trump a partire da domenica 27 settembre. TikTok ha più di 100 milioni di utenti negli Stati Uniti. Le popolari applicazioni, secondo la Casa Bianca, condividono i dati degli utenti con i servizi di intelligence cinesi e rappresentano una minaccia per la “sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia” degli Usa.

Oltre allo stop a nuovi download, gli attuali utenti statunitensi di TikTok o WeChat che vorranno continuare l’utilizzo non potranno più installare aggiornamenti. Ai colossi dell’informatica statunitensi come Google o Apple non sarà impedito di offrire TikTok o WeChat agli utenti al di fuori degli Stati Uniti. “Abbiamo intrapreso azioni significative per combattere la raccolta dannosa di dati personali dei cittadini americani in favore della Cina”, ha dichiarato il segretario al Commercio americano, Wilbur Ross.

È del 6 agosto scorso l’ordine esecutivo del presidente Donald Trump che prendeva di mira TikTok e WeChat, nel quadro della vera e propria nuova Guerra fredda tra Washington e Pechino. TikTok si era rivolta a un tribunale federale negli Usa, sostenendo che l’ordine era stato “emesso senza un giusto processo” e precisava di “non aver mai condiviso i dati degli utenti con il governo cinese, né censurato contenuti su richiesta” di Pechino. TikTok potrebbe evitare di essere messo al bando se la società madre cinese, Byte Dance, vendesse le sue attività statunitensi a una società americana.

Sono in corso trattative con Oracle, dopo che la società cinese ha rifiutato un’offerta di Microsoft. Si lavora a un accordo per cui Oracle memorizzerebbe i dati degli utenti nei server statunitensi in quanto “fornitore di tecnologia affidabile”. La Casa Bianca e le autorità cinesi dovrebbero dare l’approvazione a questa soluzione. Secondo ByteDance, tuttavia, già ora i dati degli utenti statunitensi non vengono conservati in Cina, ma negli stessi Stati Uniti e a Singapore. Anche Tencent, che possiede WeChat, ha escluso di trasmettere dati al governo cinese. La sua presenza negli Usa non è ufficialmente quantificata, anche se gli esperti del mondo dei social media ritengono che si tratti di un numero significativo, oltre un miliardo di utenti attivi dell’app di messaggistica più usata in Cina e in Bhutan.

Il Dipartimento del Commercio ha dato alle aziende statunitensi 45 giorni per smettere di lavorare con entrambe le società cinesi. Le due app del Paese del Dragone sono anche nel mirino dell’India. Dopo i recenti scontri di confine sull’Himalaya tra soldati cinesi e indiani, Nuova Delhi ha bandito TikTok e WeChat, oltre a dozzine di altre app cinesi. Tali software secondo il governo indiano, “pregiudicano la sovranità e l’integrità del Paese, la difesa dell’India, la sicurezza dello Stato e l’ordine pubblico”.