La testimonianza di un disabile in politica

Andrea Titti, affetto da una malattia congenita agli occhi, porta avanti la sua crociata per denunciare la mancanza di pari opportunità in politica

Lui si chiama Andrea Titti, è nato nel 1981, e ha fatto campagna elettorale nel comune di Albano Laziale. La concorrenza è stata tanta: su 38 mila abitanti, tra partiti e liste civiche più di 400 hanno scelto di correre per un posto da consigliere comunale. Il messaggio di Andrea però ha travalicato i confini albanensi e ha fatto parlare tutta la regione. Perché? Perché essendo affetto da una malattia congenita agli occhi, in giovanissima età è rimasto senza la vista e ha portato avanti la sua crociata per denunciare la mancanza di pari opportunità in politica.

Titti, secondo lei i diversamente abili non hanno le stesse possibilità di concorrere per amministrare la cosa pubblica?

“Che i disabili non abbiano le stesse opportunità del resto dei cittadini, nell’accesso alla rappresentanza istituzionale, così come in ogni ambito della società non è una mia opinione, è la realtà. In molte occasioni le difficoltà di accesso per un disabile sono vere e proprie violazioni dei diritti e delle libertà individuali. Potremmo parlare di lavoro, di servizi, di burocrazia, di mobilità e di tanto altro”.

Eppure fuori e dentro il Parlamento di rappresentanti disabili ce ne sono (pochi). Come interpretare la loro presenza nelle istituzioni?

“La nostra società avrà fatto un vero salto di qualità in termini di parità, quando un disabile sarà eletto non solo in quanto disabile, ma come persona in grado di rappresentare una visione. Ci sono alcuni disabili in Parlamento è vero: ma si è chiesto quanti ce ne siano nei Consigli Comunali? Quanti sono tra i Sindaci? Per arrivare all’obiettivo occorre partire dal basso. La disabilità non è un problema medico ma una questione sociale e politica, che non si risolve in base a quanti disabili i segretari di partito intendano generosamente nominare parlamentari, ma quanto il tema dell’accessibilità sia affrontato e vissuto dalle nostre comunità”.

E nel suo caso? Il suo slogan è “Io vedo diversamente Albano”: non vorrà mica far leva sulla sua diversità per raccogliere voti spero.

“Io ho fatto leva sulla mia diversità per essere la persona che sono. Provando ogni giorno a dimostrare, a me ed agli altri, quanto si possano fare le stesse cose, magari faticando un po’ di più, ma a volte anche meglio degli altri. Ho fondato un giornale ed una società di comunicazione integrata, sono Presidente di un’associazione di promozione sociale attiva sul territorio. Mi candido per migliorare la vita degli altri, non per far pesare agli altri la mia”.

Ci dia una dimostrazione. Oltre al tema dell’accessibilità ha scelto di portare avanti il tema del lavoro. Cosa dovrebbe offrire Albano per essere davvero concorrenziale alla vicina Roma?

“Il lavoro è la priorità: per i giovani in cerca di prima occupazione, per chi lo ha perso e per chi purtroppo lo perderà, anche in età avanzata. Albano ha le potenzialità per attrarre investimenti, basandosi sui concetti di formazione e innovazione. La zona industriale di Pavona e Cancelliera va rigenerata partendo da alcune infrastrutture viarie. Ad Albano c’è uno dei più importanti mercati ortofrutticoli del Lazio: il MOAL, già acquisito al patrimonio comunale, che dovrebbe diventare un polo agroalimentare sul modello europeo e poter vendere al dettaglio e valorizzare la produzione agricola a km 0. A Cecchina saranno completati a breve quelle opere pubbliche che la doteranno di nuovi spazi di socialità, tra cui una palestra, un centro giovanile e un auditorium”.

Tra le sue idee c’è anche la riforma della Polisportiva comunale. Come la cambierebbe?

“Occorre fare dello sport un modello di sviluppo, economico, ecologico e sociale per attrarre investimenti e produrre reddito. Riformare la Polisportiva significa erogare servizi centralizzati rivolti alle società sportive come la comunicazione. Più comunicazione significa più visibilità, che a sua volta porta sponsor. Affidare tramite appositi bandi la gestione dei parchi e delle ville comunali nei mesi estivi alle società, permetterà di organizzare eventi, tornei e attività ricreative. Così il verde pubblico sarebbe più curato e più sicuro. Il Comune di Albano dovrà essere promotore di Giochi dei Castelli Romani, che richiamino i Giochi della Gioventù, oltre a turisti e investitori. Al centro della nostra azione gli impianti sportivi, quelli da valorizzare e quelli da aprire. La pandemia decimerà le società sportive e agli enti locali è chiesto uno sforzo straordinario”.