Trump e l’Impeachment: cosa sta accadendo

Impeachment Trump

Impeachment o XXV emendamento. Due strade che sembrano poter corredare il futuro di Donald Trump dopo i fatti di Capitol Hill, in quello che è di fatto l’ultimo scampolo della sua presidenza. Ma proprio per questo sorge il dubbio: i ristretti tempi tecnici consentiranno questa operazione? Su Interris.it il commento di Giampiero Gramaglia, giornalista ed ex direttore responsabile di AffarInternazionali.it

 

Sono possibili ma mi appare improbabile. Ci vuole il consenso del vicepresidente e di tutto il governo. E questo mi sembra non realistico da ottenere. I democratici faranno votare una risoluzione in cui danno 24 ore di tempo a Pence per ricorrere al XXV emendamento. Qualora il vicepresidente non lo faccia, e ritengo che non lo farà poiché altri membri del governo potrebbero opporsi, procederanno con l’impeachment. Se il governo decretasse comunque decaduto il presidente, basterebbe un voto del Parlamento per chiudere la questione. Negli Stati Uniti i tempi sono più brevi.

Per l’impeachment, c’è un dibattito fra giuristi. Questa settimana può succedere che la Camera dei Rappresentanti, voti la messa in stato d’accusa del presidente. In sostanza, come un rinvio a giudizio della nostra magistratura. Hanno già presentato un atto d’accusa in quattro pagine, con un solo capo d’accusa, ossia incitamento all’insurrezione. Se la Camera approvasse la mozione chiedendo a Pence di applicare l’articolo XXV in 24 ore e questi non lo facesse, il giorno successivo si riunirebbe, discuterebbe e voterebbe la messa in stato d’accusa.

Questa risoluzione ha già raccolto 218 firme, quindi già la maggioranza dei 435 deputati. Il processo però lo dovrebbe fare il Senato, che non si riunirà prima di lunedì prossimo, due giorni prima della fine della presidenza Trump. Per condannare il presidente, ci vogliono i due terzi dei senatori. Visto che il Senato è spartito in 50 e 50, bisognerebbe che almeno 17 senatori repubblicani, ovvero un terzo, si schierino con i democratici. Al momento non mi sembra probabile.

I democratici però stanno pensando che, visto che il presidente Biden non è favorevole a tutto questo e non vorrebbe creare tensioni all’inizio del suo mandato, di rinviare la discussione fra qualche mese. E qui si innesca un dibattito giuridico. Si può processare un presidente non più in carica? Ci sono dei giuristi che dicono no e altri che dicono sì, se il processo è cominciato quando lui era in carica. Il che riguarderebbe questo caso, perché l’eventuale rinvio a giudizio sarebbe pronunciato mentre Trump è in carica. Quale sarebbe il senso di tutto questo? Oltre a farlo decadere dall’incarico, l’impeachment lo interdirebbe dai pubblici uffici a vita. Trump non potrebbe quindi più candidarsi a presidente degli Stati Uniti. E questo sarebbe il risultato finale di questo procedimento, ammesso che si arrivi fino in fondo.

Resta tutto molto difficile, anche in questo secondo caso. Anche perché, passando il tempo, si spegne man mano anche lo sdegno e l’irritazione per quanto accaduto.