Quando la politica è in confusione, l’economia regredisce

Si sta andando dritti dritti incontro ad un disastro democratico: almeno questa è la opinione che man mano passando i giorni va rafforzandosi a causa dell’imminente referendum confermativo per il taglio dei parlamentari, senza neanche dotarsi di una riforma elettorale in chiave proporzionale.

Carlo Cottarelli che di conti se ne intende, va ripetendo in giro per l’Italia, che il costo dei parlamentari pesa appena lo 0,00007 della spesa pubblica, per far capire a chi si fa suggestionare dalle solite sparate iconoclaste, che si fa un enorme rumore su un granello di sabbia che serve alla democrazia, per nascondere massi che si fanno piovere qui e lì.

Aggiungo io, che proprio chi distribuisce a destra a manca a mezzo bonus per tutte le categorie e in tutte le stagioni, avendo in poco tempo aumentato il debito pubblico del 20%, ha scatenato una campagna populista contro le istituzioni parlamentari, propugnando un taglio con l’accetta del 30% dei rappresentanti del popolo, che sguarnirà molti territori, soprattutto quelli meno popolosi.

Si è detto più volte che l’architettura delle istituzioni mirabilmente disegnata dai padri costituenti, è sostenuta in equilibrio da pesi e contrappesi, e che non può revisionarsi sfornita da una logica d’insieme. Ed intanto a giorni si va a votare per il referendum per il taglio dei parlamentari (il 20 e 21 di settembre) che nel caso male augurato passasse, in assenza di una legge elettorale a carattere proporzionale come pur mesi fa la maggioranza delle forze politiche aveva promesso di varare, ci potremmo trovare davvero davanti ad un disastro.

Infatti la riduzione di un terzo delle rappresentanze, in conseguenza di una eventuale vittoria dei si, insieme alla legge elettorale vigente maggioritaria, con premi alle liste fortemente affermatesi, costituirebbe un doppio colpo alla rappresentanza: quello territoriale a causa della riduzione del numero dei deputati e senatori, quello della rappresentanza della pluralità delle posizioni culturali e politiche che verrebbero fagocitati dai grandi partiti del momento.

In sostanza su questi temi in questi giorni all’interno degli schieramenti di maggioranza ed opposizione si stanno determinando fratture e distinguo. Ad esempio tra molti parlamentari di Forza Italia che hanno timore di essere stritolati dalla Lega, all’interno del PD, per il timore di andare incontro ad una avventura dagli esiti rovinosi.

Tutto questo mentre Renzi, come al solito gioca d’azzardo: aveva con forza sostenuto il sistema proporzionale, ma come spesso gli capita ha cambiato rapidamente posizione con la teorizzazione di un super-maggioritario che porti a capo del governo una sorta (lo dice lui) di Sindaco d’Italia.

Da parte nostra, cittadini di questa Repubblica in confusione, non possiamo che augurarci che arrivi presto il tempo della compostezza, della sobrietà, della responsabilità. I cittadini credo che questo si aspettano, convinti come siamo che quando c’è confusione in politica le condizioni economiche regrediscono.