L’evoluzione sociale del virus. L’effetto degli spostamenti

La comunicazione globale permette l’aggiornamento costante e immediato sulle procedure anche cliniche. Gli effetti sociali del virus

pandemia

Un virus in evoluzione. Nelle prime settimane della pandemia, secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), tra i casi diagnosticati c’era una maggiore percentuale di casi severi, critici, di decessi (tamponi effettuali post-mortem) al momento della diagnosi.

Con il passare del tempo, si evidenzia, in percentuale, un netto incremento dei casi asintomatici o pauci-sintomatici e una marcata riduzione dei casi severi e dei decessi. Il recente aumento dei casi sintomatici potrebbe “riflettere una maggiore tempestività della segnalazione di tali casi rispetto a quelli asintomatici”, precisa l’Iss.covid nel mondo

Il parametro Rt del virus

Il numero di riproduzione netto Rt indica il numero medio di infezioni secondarie generate da una persona infetta. Ad una certa data ed è una grandezza fondamentale. Per capire l’andamento dell’epidemia. Se Rt ha un valore inferiore alla soglia critica di 1 il numero di nuove infezioni tenderà a decrescere.

Tanto più velocemente quanto più è lontano dall’unità, Per contro, quanto più Rt supera 1 tanto più rapidamente aumenterà il numero dei contagi, Pertanto, un valore di Rt sopra la soglia, anche in presenza di un numero basso di casi, è un campanello di allarme sull’andamento epidemico.

Il numero di riproduzione netto in un certo contesto geografico può essere stimato a partire dalla conoscenza della data di inizio sintomi dei casi. La distribuzione dell’intervallo seriale rappresenta la distanza temporale fra la comparsa dei sintomi in una persona infettata e nei casi da essa generati.stato di emergenza

Specifico agente

Secondo l’epidemiologo Pasquale Aiese, “possiamo asserire che questa del Covid può essere considerata la prima vera pandemia dell’era moderna”. Va intesa per pandemia “una malattia causata da uno specifico agente, in questo caso virale, che infetta in modo uniforme gli abitanti di ogni angolo del pianeta”.

A prescindere da età, sesso, etnia e grado di appartenenza sociale. Proprio in quanto fenomeno nuovo, è ragionevole affermare che abbia trovato la comunità scientifica inizialmente impreparata sulle misure da adottare in chiave preventiva, clinica e terapeutica.

Fase sintomatica del virus

Questi motivi determinano le caratteristiche di novità e di non ordinarietà del coronavirus nel panorama delle politiche sanitarie. E, aggiunge “da responsabile di unità Covid nella terra dei fuochi di un’area partenopea, che i medici di famiglia uniti a quelli ospedalieri gestiscono oggi anche la fase sintomatica con molti più strumenti”. Allo stesso tempo il gran numero di asintomatici, che era fin dal primo momento un dato previsto, viene gestito rispettando semplici regole.

Soluzione pacificante

“Agli inizi abbiamo dovuto gestire tanti pazienti isolati a casa e allarmati anche da sintomi semplici, di altre forme influenzali tipiche della stagione invernale, con la rassicurazione, il convincimento e la prescrizione di comuni medicamenti- precisa l’epidemiologo-. Prevenendo complicazioni e ospedalizzazioni risultate poi di difficile gestione sanitaria per l’elevata mortalità. La richiesta più ricorrente dei pazienti a rischio, così come quella più in generale dei comuni cittadini è connessa alla speranza di un vaccino. Soluzione più pacificante che potrebbe permettere un più veloce ritorno alla normalità“.

Fonte: ANSA

Spostamenti

Se ben usata, “la comunicazione globale  permette l’aggiornamento costante e immediato sulle procedure anche cliniche, il confronto tecnico scientifico di un fenomeno nuovo per valutare al meglio il rischio e i benefici delle procedure”.

Allo stesso tempo, evidenzia l’epidemiologo campano,”uno dei problemi principali è quello che non si può più parlare di fenomeni locali (in quanto a malattie infettive), per l’inevitabile aumento di possibili contagi dovuti a spostamenti non controllabili, a partire dalla migrazione clandestina“.