Minori scomparsi e allontanamenti volontari: cosa c’è da sapere

Nelle ultime settimane sono stati pubblicati tre documenti estremamente importanti. Il primo è l’ultimo rapporto mensile del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sui minori stranieri non accompagnati o MSNA. Dai dati aggiornati al 30 novembre 2022 emerge un cambiamento radicale degli arrivi dei minori e, in generale, un aumento esponenziale dei MSNA presenti nel nostro paese. Secondo gli ultimi dati, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia sono 20.032. Duemila in più rispetto al mese di ottobre e praticamente il doppio rispetto ad un anno fa: erano 11.159 a novembre 2021.

Una situazione che richiederebbe una revisione dei piani di accoglienza, la necessità di predisporre strutture adeguate (che siano SAI o SPRAR o SIPROIMI o semplici centri di accoglienza), ma soprattutto nuove regole per l’accoglienza. ma prima di tutto comprendere, una volta per tutte, che non si tratta di “emergenze” ma di un fenomeno naturale che è meglio imparare a gestire (anche viste le previsioni). Non solo in Italia ma in tutto il mondo.

Il fenomeno è in continua evoluzione. Ad esempio il numero dei MSNA provenienti dall’Ucraina pare essersi stabilizzato: da alcuni mesi, i MSNA giunti in Italia in fuga dalla guerra sono circa cinquemila. Per contro, sono aumentati gli arrivi da altri paesi. Ad esempio, il numero dei minori egiziani giunti da soli in Italia sono quasi raddoppiati (dopo i minori ucraini sono i MSNA più numerosi in Italia). Una realtà che, però, non ha ricevuto la stessa attenzione dedicata ai minori provenienti dall’Ucraina.

La prima regione per l’accoglienza di MSNA era e rimane la Sicilia. La conseguenza è il rischio di sovraffollamento per molti centri di accoglienza. Molti MSNA, però, cercano di raggiungere Milano, da sempre luogo di opportunità e tessuto costruito da decine di comunità straniere pronte ad accogliere tutti i nuovi arrivati. E poi Roma. “Se la maggior parte viene qui noi comunque non ce la facciamo”, ha dichiarato l’assessore al Welfare di Milano Lamberto Bertolè.

L’aumento degli arrivi è preoccupante anche sotto un altro punto di vista. Il numero dei minori stranieri “scomparsi” era e continua ad essere quello più numeroso (come confermano i dati dell’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse). Ma non bisogna fare confusione: in molti casi queste sparizioni sono in realtà degli allontanamenti volontari. Delle 6.312 denunce di minori scomparsi relative al primo semestre 2022, quasi i due terzi (4.410) riguardavano minori stranieri. E per oltre 4mila casi si è trattato di allontanamenti volontari. Minori affidati allo Stato (e, per delega ai Comuni e ai centri di accoglienza) che scappano. A volte per cercare un lavoro. Altre volte per andare all’estero in cerca di un futuro migliore (tra le destinazioni più ambite alcuni paesi europei). Un segnale che il sistema italiano, così com’è non funziona. Eppure nel 2017 era stata introdotta una legge innovativa, la legge Zampa. Il punto di riferimento per la gestione dei minori stranieri non accompagnati in Italia, una legge per molti versi innovativa e importante, invidiata da molti altri paesi ma che, inspiegabilmente, non è stata immediatamente seguita dai relativi regolamenti attuativi (fatte salve alcune modifiche che non hanno ottenuto i risultati sperati).

Proprio per questo motivo, recentemente sono state pubblicate alcune modifiche a questa legge. Ad ottobre è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un Decreto del Presidente della Repubblica (il n. 191) recante “modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, in attuazione dell’articolo 22 della legge 7 aprile 2017, n. 47, recante misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”. Ma non basta. Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra i rappresentanti del Governo e i delegati dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ANCI.

Due passaggi importanti che potrebbero dare una risposta al numero sempre maggiore di minori scomparsi. E al tempo stesso consentire alla “bilancia demografica” di rallentare il proprio percorso in discesa. Sebbene se ne parli poco, in Italia il problema demografico non è solo legato al calo delle nascite: è dovuto anche al fatto che il numero degli immigrati, gli “stranieri” che arrivano in Italia (dopo mille vicissitudini e ostacoli di ogni tipo), è minore del numero degli emigrati, gli italiani che vanno all’estero (anche loro principalmente per motivi di lavoro, ma spesso anche per motivi di studio). Oggi, sono poco meno di 5,3 milioni gli italiani iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), ovvero gli italiani che hanno segnalato allo Stato di essere emigrati altrove nel mondo.

Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes invece, il 9,8% dei cittadini italiani risiedono all’estero (oltre 5,8 milioni). Un numero decisamente superiore a quello dei migranti arrivati in Italia (5,2 milioni).