La delusione di un popolo

maurizio_piccirilliSchifezza. Ribrezzo. Sono le parole più usate in questi giorni da quanti, strappandosi le vesti, sembrano aver aperto gli occhi sul malaffare romano. Mafia Capitale è l’ultima inchiesta che scoperchia il vaso di Pandora degli intrecci antichi tra criminalità più o meno organizzata il potere politico e la burocrazia pubblica. Un sistema delinquenziale diffuso e così liberale da non far distinzione tra casacche politiche. E a ogni nuova inchiesta o rivelazione ecco un partito – quale che sia – puntare il dito minaccioso contro gli avversari.

Ma tutti sono colleghi, sarebbe meglio dire “compagni di merende” dato che insieme, a braccetto, hanno spolpato questa nostra Italia. Da più di vent’anni sentiamo raccontarci favolette da questo sistema politico sempre uguale a se stesso pur nell’avvicendarsi di facce e simboli. Non tutti naturalmente, ma l’erba cattiva fa più danni di quanto riesca a fare di buono la pianta sana. Il mancato sviluppo di questo Paese è sotto gli occhi di tutti. Da anni si parla di riforme, di Internet per tutti, di snellire la burocrazia, di scuole in sicurezza e più posti di lavoro. Ogni volta, però, si scoprono più mazzette, corruzione, intrallazzi.

Uno Stato dove i “politici sono in putrefazione”, con l’ardire di usare le parole pronunciate nel novembre scorso a Santa Marta da Papa Francesco: “Tanti dirigenti che noi conosciamo sono corrotti. Invece di servire il popolo, lo sfruttano per servire se stessi”, Il Pontefice non tralascia occasione per la sua dura condanna dei politici truffatori, puntando il dito contro quelli “devoti alla dea tangente” che fanno i benefattori della Chiesa ma frodano lo Stato. L’anatema contro i corrotti è stato lanciato anche dal Presidente Napolitano. Ma sembrano parole al vento, canto del gallo per contrade oscure.

Questa melma che affiora risucchia il sacrificio di tanti cittadini onesti che credono nelle Istituzioni. Come quei ragazzi in divisa, la meglio gioventù italiana che non si dispera ma rispettosa degli ordini del Governo e del Parlamento va per il mondo ad aiutare popoli che soffrono, facendo argine al terrorismo in terre lontane. E muoiono con il tricolore sul petto. Nonostante lo schifo che emerge ogni giorno tra le pieghe delle istituzioni.

Di fronte a questi sacrifici, veri martirii per la pace, ci aspettiamo che i colpevoli di rubare alla Cosa pubblica si vergognino e chiedano scusa agli italiani e soprattutto a quei ragazzi, alle loro famiglie, alle madri che hanno perduto per sempre il frutto del loro amore. Perché i loro figli si sono immolati per l’Italia, perché quella classe politica in parte onesta in parte criminale, tutta ipocrita, li ha mandati in Paesi lontani mentre qui dalle nostre parti imperava il mercimonio. E anche coloro che tornano sani e salvi cosa trovano: malaffare e corruzione. Loro che in divisa hanno difeso il futuro di popoli lontani, in patria non hanno futuro.