I fattori che determinano l’aumento dell’inflazione e i rincari

L’inflazione galoppante è dovuta a diversi motivi, naturalmente la principale questione è relativamente ai costi dell’energia. Nel 2021 c’è stato e purtroppo prosegue, un aumento clamoroso dei prodotti energetici, il petrolio che è salito fino a 95 dollari al barile – si pensi che lo scorso anno il suo prezzo si attestava a 50 dollari, il riferimento è al 1 gennaio 2021, – in seguito si è verificato un aumento molto elevato del gas il quale è addirittura raddoppiato e poi, di conseguenza, dato che l’energia viene prodotta in somma quantità per quanto riguarda i prodotti come appunto il petrolio, il gas e via dicendo – al netto ovviamente di quello che viene prodotto dalle cosiddette energie alternative, ossia il fotovoltaico e l’idrico.

Questi aumenti hanno comportato un aumento dei prezzi sia dei prodotti energetici in maniera diretta ma anche di tutto quanto, si pensi anche ai processi di trasformazione industriale a cui occorre molta energia per poter essere realizzati. Per questo, gli aumenti di questi prodotti e dei processi di trasformazione, se sommati anche all’aumento dei carburanti per via del costo del petrolio – perché le merci di mercato si muovono essenzialmente sul trasporto in gomma – hanno portato ad un aumento dell’inflazione, siamo arrivati al 5% in più in Italia, mentre negli Stati Uniti si è registrato addirittura un incremento del 7,5%. Naturalmente poi, questi aumenti delle materie prime sono causati in parte – ma molto poco – per la ripresa economica che c’è in atto in tutto il pianeta, la seconda questione, che rappresenta una sorta di disgrazia sui costi delle materie prime, sono gli effetti speculativi a cui non si vuole mettere mano e il terzo motivo – molto grave – concerne le turbolenze geopolitiche, in buona sostanza i contrasti che ci sono in Europa tra Russia e Ucraina. Quindi, questi aumenti hanno comportato nel nostro paese, il 5 % in più di inflazione ma, a nostro avviso, questa cifra è sottostimata, gli aumenti per noi sono molto clamorosi, si pensi all’incremento dei prodotti agroalimentari, del pane e della pasta, i quali sono fondamentali per le famiglie, al duplicarsi delle bollette di luce e gas, nonché ai carburanti. Siamo in una situazione drammatica, noi chiediamo al governo che intervenga in varie direzioni ma soprattutto dando un aiuto concreto alle famiglie nonché alle piccole e medie imprese che corrono il rischio di chiudere.

Le misure da attuare subito – in quanto non possiamo aspettare che si facciano ulteriori passaggi nel campo delle energie alternative perché ciò richiede molti anni e abbiamo bisogno di interventi immediati – sono legate alla tassazione di questi prodotti per un periodo, per un periodo prefissato è necessario azzerare o quantomeno portare al minimo la stessa, al fine di dare respiro a famiglie e imprese.

Purtroppo, non vedo all’orizzonte segni favorevoli, la prima cosa che è importante – non solo per l’aumento dei prezzi ma anche per la sopravvivenza – è che cessino le turbolenze politiche e geopolitiche internazionali, perché si corre il rischio di un ulteriore guerra che in questo caso sarebbe una sorta di terza guerra mondiale, guai a noi se si andasse in quella direzione. Il secondo fattore è che – in questa fase – non intravedo diminuzioni del costo delle materie prime, ma mi auguro che, nei prossimi mesi, ci sia una stabilizzazione. Per questo motivo insistiamo che vi sia una fase congiunturale nella quale il governo riduca al minimo le tasse su questi prodotti, al fine di poter calmierare il tasso di inflazione che è una cosa assai grave. Infatti, lo stesso, non incide solo sul potere d’acquisto delle famiglie nonché sull’andamento delle imprese ma anche su un terzo punto molto importante che è rappresentato dall’aumento possibile del costo del denaro con ricadute che si traducono nell’aumento dei mutui delle famiglie e sul versante dell’aumento del costo degli investimenti per far crescere il paese, i quali costerebbero sempre di più.