Piano cashback, la nuova frontiera del pagamento elettronico

Sul lato “estero” è nota la trattativa che vi è stata in Europa per la formulazione definitiva del Recovery Fund e i BTP futura. Si tratta del Btp emesso a luglio e dedicato esclusivamente ai risparmiatori individuali e affini. La sua emissione è stata interamente dedicata a finanziare le spese previste per i provvedimenti varati dal Governo per affrontare l’emergenza da Covid-19 e sostenere la ripresa del Paese.

Sul lato interno, invece, sembra essere in atto una vera caccia alle streghe “gentile” volta a combattere il nero presente nel nostro Paese. Prima di passare alla descrizione delle manovre messe in atto dal governo, conviene dare il giusto ordine di grandezza al problema che si vuole affrontare. L’evasione fiscale nel nostro Paese ammonta a circa 109 miliardi di euro l’anno, con inevitabili ripercussioni in termini di conti pubblici e servizi disponibili per la comunità.

Ed evidentemente ciò è reso ancora più grave dalla crisi economica e sociale generata dalla pandemia Covid-19. Con l’intento di contrastare questo stato dell’arte, ampio è stato il dibattito rispetto all’uso del contante, arrivando anche a formulare l’ipotesi di poterlo rendere illegale (il ciò anche, e forse inutilmente, cercando di guadagnare credibilità a livello internazionale in funzione della trattativa per il Recovery Fund).

Al netto degli estremismi, il Governo ha varato il “piano cashback” il quale tende non tanto a sfavorire l’uso del contante ma a rendere più conveniente l’utilizzo dei pagamenti elettronici, che sono inevitabilmente ed immediatamente tracciabili. Nello specifico del provvedimento, dal 1 dicembre 2020 coloro che effettueranno pagamenti utilizzando carta di credito e bancomat riceveranno un bonus che può arrivare fino a 300 euro per spese documentate fino a 3.000 euro. Inoltre, il piano per la riduzione del contante prevederebbe, dicono fonti del Mef, anche un credito d’imposta per le commissioni pagate dai piccoli esercenti, detrazioni fiscali solo per prestazioni pagate con moneta elettronica, oltre all’abbassamento, già in vigore della soglia dei pagamenti in contanti da 2.999,99 a 1.999,99 euro fino al 31 dicembre 2021. Dal primo gennaio 2022 il limite dovrebbe scendere a 999,99 euro.

Appare evidente, quindi, che la mossa del governo risulti essere quella del forte incentivo all’uso della moneta elettronica, piuttosto che un disincentivo nell’utilizzo del contante. Una scelta ragionevole dinanzi all’impossibilità di eliminare totalmente il contante, circostanza che sarebbe stata semplicemente irragionevole ed impossibile. L’intenzione è quella, quindi, di modificare “positivamente” le abitudini dei cittadini per creare un circolo virtuoso in grado di alimentare un cambio generale all’interno della società.