Non è fatto tra privati: la prima mossa di Autostrade

Le discussioni e le polemiche sulla rescissione delle concessioni autostradali, sembrano lontane da quando è scoppiata la pandemia. Infatti il Governo, la politica e i media, si stanno occupando di temi certamente più pressanti. Infatti mi chiedevo proprio giorni fa, cosa ci fosse ancora di vivo sotto la cenere, dopo mesi e mesi di polemiche e di proposte che stando ad affermazioni di autorevoli governanti non promettevano nulla di buono per l’architettura delle concessioni. È stata la palese instabilità di viadotti e cavalcavie rinfocolare l’idea che più di qualcosa non torna per i conti degli italiani. Ma ecco che la  prima mossa viene fatta proprio dalla società Autostrade che, attraverso i media, fa sapere che nel caso gli si confermi la concessione, e dunque si chiude il capitolo della potenziale revoca, farà importanti investimenti sulla rete autostradale.

Insomma dice esplicitamente di poter investire qualche miliardo di euro già nel corso del 2020 con un migliaio di lavoratori, impegnati nei lavori, e successivamente altre somme importanti alle quali si assommerebbe la costituzione di un polo di ingegneria con 1000 tra tecnici ed ingegneri. Appresa questa intenzione mi sono chiesto: perché ora è non prima? E i soldi che si impiegherebbero non provengono dagli esosi pedaggi lasciate sostanzialmente ad Autostrade per l’Italia, proprio per provvedere non solo alla organizzazione di riscossione dei pedaggi, ma anche alla manutenzione di corsie e viadotti ed a altri tronchi stradali da costruire? Ammetto che personalmente posso essere soggetto a  qualche confusione, giacché conoscere nei dettagli i termini del contratto è difficile pur essendo un accordo tra poteri pubblici e privati. Pero chi lo conosce, perché l’ha sottoscritto,  ci potrà pur dire qualcosa.

Ma quello che può  affermare con certezza ogni automobilista come me,  è che il costo del  pedaggio non ha pari al confronto di altri paesi industrializzati, e che corsie, viadotti e gallerie palesemente denunciano qualche problema. Da qualche tempo non c’è tronco autostradale che non segnali attraverso la chiusura di una corsia dei viadotti che è meglio rendere meno pesante lo scorrere del traffico per non correre pericoli. Comunque qualsiasi cosa si dovesse decidere rispetto alla permanenza delle concessioni a chi le ha o ad altre soluzioni, credo sia arrivato il momento di far conoscere agli italiani i dettagli del contratto di affidamento: nei dettagliati doveri e nei diritti. Quel contratto non è storia tra privati.