Sfruttamento della prostituzione, nuovo caso a Roma e Ostia

Le quattro ragazze coinvolte sono tutte romane di famiglie della media e piccola borghesia, tra i 18 e i 20 anni

Nuovo caso di sfruttamento della prostituzione a Roma, molto simile al triste caso dei Parioli. In questo caso le protagoniste sono appena maggiorenni. Quattro ragazze che, con l’aiuto di un ex compagno di classe (il “fidanzato” di una delle quattro) hanno rapporti sessuali con tariffe a partire da 400 euro negli hotel di lusso del centro. Lo scrive oggi TgCom24.

Sfruttamento della prostituzione

Il nuovo caso di “baby prostituzione” è stato scoperto all’Infernetto – zona urbanistica di Roma Capitale – e a Ostia. Le quattro ragazze coinvolte sono tutte romane di famiglie della media e piccola borghesia, tra i 18 e i 20 anni. Una di loro è ripetente e frequenta ancora le superiori).

Il ragazzo contattava come clienti sia professionisti sia imprenditori. Tutti – scrive Repubblica – abbondantemente sopra i 40 anni e benestanti. Tanto da potersi permettere incontri a partire da 400 euro nei principali alberghi della Capitale.

Il ragazzo gestiva il giro d’affari sotterraneo presentando persone, prenotando hotel, in un paio di casi anche prestando la sua abitazione per gli incontri clandestini. Ma – e qui sta il reato penale – la metà dei soldi del meretricio andavano a lui che ora è indagato per sfruttamento della prostituzione.

Il caso Parioli

Il caso-shock delle baby squillo dei Parioli, scoppiato nel 2014, riguardava ragazze addirittura minorenni: due 15enni che erano finite nel giro della prostituzione minorile della Capitale.

Per il giro di prostituzione ai Parioli sono stai condannati tutti gli otto organizzatori. In particolare, a Mirko Ieni, ritenuto il “dominus”, sono stati inflitti 10 anni di reclusione. Non lievi neanche le condanne subite da un altro “gestore” del giro e sfruttatore delle ragazzine, Nunzio Pizzacalla (7 anni, la richiesta era di 6). Per la madre di una delle due minori, accusata di spingere la figlia a prostituirsi, la pena è stata di sei anni con perdita della potestà genitoriale ed il diritto di successione.