Russia: sparatoria in una scuola a Izhevsk, uccisi anche dei bambini

L'aggressore è un ragazzo di 19 anni. Il giovane si è tolto la vita subito dopo la sparatoria. Lo riporta il Ministero dell'Interno russo

Una sparatoria è avvenuta questa mattina in una scuola di Izhevsk, nella repubblica russa dell’Udmurtia, nella Russia centrale. Sono 14 le persone persone, tra le quali anche sette bambini, uccise; 21 quelle ferite, tra i quali 14 minori. Lo riportano i media russi. L’aggressore si è suicidato. La scuola –  chiamata Numero 88 – è stata fondata nel 1994, conta 982 studenti e 80 insegnanti.

La sparatoria nella scuola di Izhevsk

Izhevsk è una città della Russia europea centro-orientale, capitale della Repubblica dell’Udmurtia; sorge sul fiume Iž, non molto lontano dai monti Urali. Dal 1985 al 1987 la città si chiamò Ustinov in onore del maresciallo dell’Unione Sovietica Dmitrij Fëdorovič Ustinov. Ad Iževsk ha sede una delle più famose fabbriche di fucili del mondo, fondata nel 1807 su un insediamento preesistente risalente a Caterina la Grande, dove vennero prodotti la totalità dei Vintovka Moisina durante la seconda guerra mondiale e successivamente il celeberrimo fucile d’assalto AK. Attualmente, forte di oltre 32.000 dipendenti, è la maggiore fabbrica al mondo di armi leggere.

Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressore è un ragazzo di 19 anni: Artem Kazantsev. Il killer avrebbe prima ucciso l’addetto alla sicurezza per poi puntare le armi contro i bambini e gli insegnanti. Il giovane aveva con sé due pistole Makarov e indossava una maglietta con simboli nazisti. Il giovane si è tolto la vita subito dopo la sparatoria. Lo riporta il Ministero dell’Interno russo.

Ideologia nazista

In base a un video diffuso su Telegram, l’uomo aveva indosso una maglia nera con una svastica rossa: si chiamava Artem Kazantsev, nato nel 1988, originario della città di Izhevsk, diplomato in quella stessa scuola. Attualmente, gli investigatori del Comitato investigativo russo stanno conducendo una perquisizione nel suo luogo di residenza, sono allo studio l’identità dell’aggressore, le sue opinioni e l’ambiente circostante, la sua adesione alle visioni neofasciste e all’ideologia nazista.