Ompi: “Approvato storico trattato contro la biopirateria”

La conoscenza delle popolazioni indigene viene utilizzata nella ricerca scientifica contribuendo allo sviluppo di un'invenzione protetta, come un medicinale. Per questo l'origine della fonte va riconosciuta al momento della richiesta di brevetto

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Gli Stati membri dell’Ompi (l’Organizzazione mondiale per la protezione intellettuale) hanno approvato a Ginevra un nuovo trattato “contro la biopirateria” che è stato definito “una svolta storica che ha coronato decenni di negoziati”. Per “biopirateria” si intende la sottrazione di conoscenze e risorse naturali alla collettività, al solo fine di ricavarne profitto.

Onu, intesa “storica” su trattato contro la biopirateria

Gli Stati membri dell’Organizzazione mondiale per la protezione intellettuale hanno approvato stanotte a Ginevra un nuovo trattato “contro la biopirateria”. Il testo relativo alla proprietà intellettuale (IP), le risorse genetiche e le conoscenze tradizionali associate, segna “una svolta storica che ha coronato decenni di negoziati”, sottolinea un comunicato pubblicato oggi dall’Ompi. Si tratta del primo Trattato dell’Organizzazione mondiale per la protezione intellettuale ad affrontare “l’interfaccia tra proprietà intellettuale, risorse genetiche e conoscenze tradizionali” ed il primo Trattato Ompi a includere disposizioni specifiche per le popolazioni indigene e le comunità locali.

Per il direttore generale dell’Ompi Daren Tang, l’accordo è “storico”. Il Trattato, una volta entrato in vigore tre mesi dopo la ratifica da parte di 15 Paesi, stabilirà “nel diritto internazionale un nuovo obbligo di divulgazione per i richiedenti di brevetti le cui invenzioni si basano su risorse genetiche e/o conoscenze tradizionali associate”.

In generale – spiega il comunicato – se un’invenzione rivendicata in una domanda di brevetto si basa su risorse genetiche, ciascuna parte contraente esigerà dai richiedenti di rivelare il paese d’origine o la fonte delle risorse genetiche. Se l’invenzione rivendicata in una domanda di brevetto si basa su conoscenze tradizionali associate alle risorse genetiche, ciascuna parte contraente richiederà ai richiedenti di indicare le popolazioni indigene o la comunità locale, a seconda dei casi, che hanno fornito le conoscenze tradizionali.

Le risorse genetiche sono contenute, ad esempio, nelle piante medicinali, ed alcune risorse genetiche sono anche associate alle conoscenze tradizionali attraverso il loro utilizzo e conservazione da parte delle popolazioni indigene e delle comunità locali, spesso nel corso delle generazioni. Questa conoscenza viene talvolta utilizzata nella ricerca scientifica e, come tale, può contribuire allo sviluppo di un’invenzione protetta.

Fonte: Ansa