Fukushima: rilasciata acqua radioattiva nell’oceano. Cina blocca import

È iniziato lo scarico nell'oceano delle acque radioattive trattate nei 1000 serbatoi della centrale nucleare di Fukushima. La Cina si oppone e blocca l'import dal Giappone

Foto di Mick Truyts su Unsplash

È iniziato stamane alle 6:00 (ore italiane) – come annunciato martedì scorso – lo scarico nell’oceano delle acque radioattive trattate nei 1000 serbatoi di Fukushima, l’impianto nucleare giapponese colpito dal triplice disastro – terremoto, tsunami, nucleare – del marzo 2011.

La Cina però si oppone e ha annunciato il blocco delle importazioni dei frutti di mare giapponesi: “Egoista e irresponsabile il rilascio delle acque contaminate”.

Fukushima: in corso rilascio acqua radioattiva nell’oceano

È iniziato, come preannunciato, alle 13 ora locale (le 6:00 in Italia) lo scarico nell’oceano delle acque radioattive trattate contenute nelle cisterne della centrale nucleare di Fukushima. L’operazione segue l’annuncio del governo di Tokyo fatto ad inizio settimana, nonostante le proteste dei Paesi vicini per le possibili conseguenze sull’ambiente, e dei pescatori locali preoccupati per la reputazione dei loro prodotti.

Gli oltre 1.000 serbatoi distribuiti presso il sito dell’impianto nucleare colpito dal triplice disastro del marzo 2011, attualmente contengono circa 1,34 milioni di tonnellate di acqua trattata, e si prevede arriveranno alla loro capacità massima già nel 2024.

Da qui la decisione del gestore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco) che diluirà il liquido con acqua di mare rispettando i limiti consentiti dalle norme di sicurezza giapponesi, prima di iniziare lo scarico tramite un tunnel sottomarino situato a un chilometro dal sito. La Tepco intende monitorare le sostanze radioattive nelle acque vicine alla centrale nella stessa giornata di oggi e di diffondere i dati domani.

Il mese scorso l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha stabilito che il piano di scarico è in linea con gli standard globali di sicurezza e avrebbe un impatto “trascurabile” sulle persone e sull’ambiente.

Un giudizio che tuttavia non convince la Cina che ha bloccato l’import di prodotti alimentari da 10 prefetture in Giappone e ha introdotto test di radiazioni su larga scala per i prodotti ittici nipponici. Il governo sudcoreano ha dichiarato di rispettare l’esito della revisione dell’Aiea basata sulle analisi del piano giapponese, ma dovrà considerare le preoccupazioni persistenti tra il pubblico. L’Agenzia per la pesca del Giappone ha riferito che monitorerà i livelli di concentrazione di sostanze radioattive nei pesci catturati entro un raggio di 10 chilometri dalla centrale, e la pubblicazione dei primi risultati è attesa sul sito web dell’agenzia non prima di sabato.

Cina: “Egoista e irresponsabile rilascio acque Fukushima”

La Cina torna a criticare con durezza il Giappone dopo l’avvio delle operazioni di rilascio nell’oceano delle acque trattate della disastrata centrale nucleare di Fukushima, definendo la mossa “estremamente egoista e irresponsabile”. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri.

Nonostante le critiche e l’opposizione della comunità internazionale, “il governo nipponico ha avviato unilateralmente lo scarico di acqua contaminata: la Cina vi si oppone e lo condanna con forza”, si legge nella nota, secondo cui Pechino ha “intrapreso iniziative serie contro il Giappone chiedendo di porre fine agli abusi”. L’operazione è “una questione importante per la sicurezza” e il suo impatto va oltre i confini del Sol Levante, di cui “non è affatto una questione privata”. Da quando è iniziato l’uso dell’energia nucleare per scopi pacifici, “non ci sono stati né precedenti né standard universalmente riconosciuti per lo scarico di acqua contaminata” in mare.

L’incidente di Fukushima di 12 anni fa è stata una grave catastrofe che ha causato la fuoriuscita di grandi quantità di sostanze radioattive nell’oceano e ora potrebbe verificarsi un nuovo disastro ai danni di popolazione locale e mondo intero “se il Giappone servisse i suoi interessi egoistici”. Il governo di Tokyo, è l’accusa di Pechino, “non è riuscito a dimostrare la legittimità e la legalità della decisione sullo scarico, l’affidabilità a lungo termine dell’impianto di depurazione, e l’autenticità e l’accuratezza dei dati sull’acqua contaminata dal nucleare. Non è riuscito a dimostrare che gli scarichi oceanici siano sicuri e innocui per l’ambiente marino e la salute delle persone, e che il piano di monitoraggio sia valido ed efficace”.

L’oceano appartiene all’umanità: “avviare forzatamente lo scarico è un atto estremamente egoista e irresponsabile in spregio all’interesse pubblico globale”, rischiando di lasciare “una ferita aperta alle future generazioni”. Il Giappone, infine, è accusato di essere “un sabotatore del sistema ecologico e un inquinatore dell’ambiente marino globale”. Dall’avvio del discarico, “il Giappone si è messo sul banco degli imputati di fronte alla comunità internazionale ed è destinato ad affrontare la condanna internazionale per molti anni a venire”.

Cina blocca import dei frutti di mare nipponici

La Cina ha annunciato il blocco delle importazioni dei frutti di mare giapponesi a seguito dell’avvio delle operazioni di rilascio nell’oceano delle acque trattate della disastrata centrale nucleare di Fukushima. Lo riferisce l’Amministrazione generale delle Dogane cinesi.

Fonte: Ansa