Mandato d'arresto europeo per Puigdemont

Madrid ha emesso un mandato d'arresto europeo nei confronti di Carles Puigdemont. Lo ha comunicato Paul Bekaert, legale del presidente catalano deposto. “Sono stato informato dal mio cliente che il mandato è stato emesso contro il presidente e altri quattro ministri che si trovano in Belgio – ha riferito – significa che la giustizia spagnola ora manderà una richiesta di estradizione ai procuratori federali a Bruxelles“.

La Commissione europea, attraverso un suo portavoce, ha fatto subito sapere che “è una questione interamente per l'autorità giudiziaria, la cui indipendenza rispettiamo completamente”. Parole che confermano la linea sin qui adottata da Bruxelles sull'affaire catalano: sostegno a Madrid ma nessuna ingerenza perché si tratta di un affare interno alla Spagna. 

Puigdemont, intanto, in un messaggio trasmesso da Tv3 ha definito “un grave errore” l'arresto di numerosi ex ministri del suo governo, invitando i catalani a protestare contro Madrid “senza violenza, pacificamente e nel rispetto delle opinioni di tutti”. Bisognerà ora vedere come l'ex presidente reagirà al provvedimento che lo riguarda personalmente. La probabile battaglia legale costringerà la giustizia belga, molto intransigente sulle violazioni dei diritti fondamentali, a pronunciarsi sulle accuse mosse al leader catalani.

Autorevoli giuristi in Catalogna e in Spagna le contestano e denunciano violazioni delle norme europee e spagnole. Lo stesso “padre”della riforma del Codice Penale post-franchista, Diego Lopez Garrido, ha detto che l'accusa di “ribellione” esiste solo “nell'immaginazione del procuratore generale dello stato”. In Catalogna, ha detto, non c'è stato quel “sollevamento violento” che prevede il codice penale.

Il fronte indipendentista ha reagito con indignazione all'arresto di mezzo Govern, denunciando una repressione “mai vista dai tempi del franchismo” ma lanciando nello stesso tempo appelli alla calma e alla “tranquillità”, nel timore che la nuova “vendetta” di Madrid possa innescare un ciclo di esasperazione e violenza. La leader del partito di Junqueras, Marta Rovira, con voce rotta dal pianto ha chiesto “a tutti i democratici del mondo” di “reagire, alzarsi, impedire che questo accada nel XXI secolo: un governo eletto democraticamente messo in prigione!”.