Willy, ho un messaggio per te e per…

Caro Willy, non ci siamo conosciuti su questa terra ma ti sto conoscendo nei tristi giorni in cui le cronache parlano giustamente di te. Dal tuo volto si comprendere tutto. Si leggono i tuoi occhi candidi, uno sguardo pulito e luminoso che non è affatto scontato scorgere nei giovani.

Purtroppo capita invece di vedere i tuoi coetanei incupiti, volti tesi e spaventati, ammusati o addirittura assenti. Sempre più spesso ci ritroviamo ragazzi che vivono di luce riflessa, schiavi dell’immagine e di una parvenza di libertà che è soltanto fuga dalle responsabilità.

Tu Willy avevi invece la non comune capacità di trasmettere gioia ed entusiasmo. Sia in famiglia e accanto alla tua amatissima sorella, sia con gli amici ai quali ti legavano tante passioni condivise, inclusa quella per la Roma. Chi semina gioia è un dono per l’umanità. Spegnere il tuo sorriso non è solo stata una barbarie ma anche un furto di felicità collettiva.

Tanti martiri silenziosi ti hanno preceduto nel farsi carico del supplizio dei fratelli: testimoni religiosi e laici come padre Massimiliano Kolbe e come il giovane carabiniere Salvo D’Acquisto. Tu hai preso il posto di colui che appariva destinato all’assurdo sacrificio. Non sei riuscito a voltarti dall’altra parte. La coscienza è stata più forte della paura.

Non hai pensato alle nefaste conseguenze, sei intervenuto in aiuto dell’amico aggredito, ti sei dimostrato vero uomo di fronte a sedicenti super uomini. Ecco la differenza tra il bene e il male: soccorrere invece di scappare, mettersi in gioco invece di fregarsene, affrontare la realtà invece di nascondersi. Tutto potevi immaginare quella tragica sera fuorché di salire sul Golgota.

Come Cristo avrai provato il senso di ingiustizia e di abbandono, l’intera insensatezza del mondo scaricata sulle spalle di un innocente, la brutalità della violenza piombata sul tuo esile corpo come il peso degli assassini che hanno continuato imperterriti a infierire su te ormai esanime. Non ti è stato risparmiato nulla del crudele calvario che ti ha visto cadere sotto il macigno di una croce costruita con l’ignominia delle peggiori pulsioni.

Caro Willy, i negozi e i luoghi pubblici del tuo comune espongono ora un cartello: ”chi giustifica l’orrore, qui non è il benvenuto”. Benvenuti sono invece tutti i ragazzi che si ribelleranno, riconoscenti per la tua testimonianza, alla sopraffazione della cieca prepotenza.

Non sarai morto invano se il tuo martirio solleciterà i tuoi coetanei a scendere in strada, pacificamente e costruttivamente, contro la sottocultura dell’odio e il culto diabolico della violenza. Ho un sogno. Per l’Anno Santo del 1950 Pio XII canonizzò a sorpresa Maria Goretti i cui genitori erano emigrati proprio in quella Paliano dove tu abitavi. Un segno celeste per rinnovare il valore universale ed eterno del martirio degli indifesi.

Quanto sarebbe edificante se tu diventassi il santo protettore delle vittime di odio e bullismo, così come la tua concittadina lo è divenuta delle vittime di stupro. Invoco dal Cielo il dono che non si spenga mai più la luce attorno al tuo eroico esempio. La comunità dei credenti, la nostra preghiera e la sana mobilitazione dei giovani concorrano nel tenerti sempre sopra di noi come presenza benefica e ammonitrice. Nessuno d’ora in poi potrà rifugiarsi nell’indifferenza, mentre i tanti “Willy” delle nostre esistenze hanno bisogno di sentirsi parte di una famiglia che li protegga e di ricevere la grazia della redenzione che sola può arrivare persino ai cuori maggiormente smarriti nel peccato.