Perché una volta riconosciuta la sua presenza, il Signore non si fa più vedere

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Il racconto dei discepoli di Emmaus lo leggiamo solo nel Vangelo di Luca che vuole sottolineare lo sconvolgimento dei discepoli di fronte alla croce, comune anche a noi tutti. Quante volte, infatti, di fronte ad un fatto che veniva ad interrogare la nostra fede abbiamo dubitato, siamo stati preda dello sconforto, abbiamo detto anche noi «Dove sei Signore?»

Quell’incontro, quel fatto inatteso o doloroso, affrontando una sofferenza, ce lo siamo sicuramente chiesti. Anche i discepoli di Emmanus esprimono la loro delusione a quel loro compagno di strada… ma quando incominciano ad ascoltare le sue parole si accorgono che quel Gesù, che sembrava averli abbandonati per sempre, camminava invece con loro.

Nel momento in cui vedono tutte le loro speranze fallite, in cui devono ricominciare a vivere in una quotidianità senza prospettive… Cristo si mostra agli apostoli, interviene nella loro delusione e apre “Cieli nuovi”. Gesù non si meraviglia della loro incredulità, dell’incapacità di saper leggere i fatti, non li giudica, ma si fa vicino e cammina insieme a loro e, dopo che lo hanno riconosciuto, sparisce dalla loro presenza.

Scrive Sant’Agostino che una volta riconosciuta la sua presenza, il Signore non si fa più vedere per lasciar posto alla fede, attraverso la quale il cristiano consegue la salvezza. La fede prepara ad accogliere il Signore nel giorno del suo ritorno. Il Signore oggi non è più visibile fisicamente ma è sempre con noi: nella Parola della Sacra Scrittura, nell’annuncio della Salvezza e soprattutto nell’eucarestia.

I discepoli infatti «lo riconobbero nello spezzare il pane»: questo il segno più grande di Cristo, che continua a donarsi nell’eucarestia per la nostra salvezza. Ricevendo il Suo Corpo e il Suo Sangue oggi possiamo incontrarlo e ritrovare la Gioia e la Speranza, come avvenne quel giorno per i discepoli nella strada verso Emmaus.