“Arte Senza Barriere”, la mostra che abbatte i pregiudizi

L'intervista di Interris.it a Alessia Cattelini, referente dell'iniziativa "Arte Senza Barriere" di Aias

I quadri della mostra “Arte Senza Barriere” (© Alessia Cattelini)

L’inclusione delle persone con disabilità nella società passa attraverso diverse attività e valorizzazione di specifiche attitudini. Una di queste è l’arte, intesa come forma di espressione più elevata delle rispettive attitudini, indipendentemente dalle condizioni di partenza di ognuno. In altre parole, le opere di arte, scultura o ceramica, contribuiscono ad abbattere le barriere sociali e culturali che impediscono l’espressione della personalità, creando una società più attenta alle diverse fragilità.

L’esperienza di Sondrio

La sezione Aias di Sondrio, attraverso la mostra denominata “Arte Senza Barriere”, giunta nel 2023 alla quinta edizione, espone le opere d’arte eseguite da persone con diverse abilità, contribuendo a lanciare uno sguardo nuovo sulle capacità di ognuno e cercando di attuare, con l’arte, un modello diverso di inclusione. Interris.it, in merito a questa esperienza artistica, ha intervistato Alessia Cattelini, referente e coordinatrice delle mostre “Arte Senza Barriere”.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha la mostra “Arte Senza Barriere”?

“La rassegna di mostre ‘Arte Senza Barriere’ è un’attività che Aias svolge da molti anni. In essa sono riassunti il lavoro e l’impegno che, i nostri ragazzi, hanno profuso durante i corsi di arte, scultura e ceramica. L’obbiettivo della mostra in sé, nelle sue varie edizioni, è il poter dare l’occasione a chi partecipa ai corsi, agli amici, ai familiari e alla collettività di ammirare i frutti dell’impegno messo durante lo svolgimento dei diversi corsi. Inoltre, un ulteriore obiettivo è costituito dal far conoscere l’opera di Aias in riguardo all’assistenza a livello pratico e normativo svolta nei confronti delle persone con disabilità. Ciò, nella sua totalità, è molto importante per la promozione di una cultura dell’integrazione. In particolare, i nostri corsi perseguono un insieme di finalità volte alla valorizzazione della persona in quanto tale, in tutte le caratteristiche personali, umane ed emotive. L’arte, in questo caso, ha la volontà di generare un accrescimento personale in coloro che seguono i nostri corsi. Ogni tipo di arte coinvolge la persona a 360 gradi attraverso un processo creativo, accrescendo le abilità fisiche, cognitive e relazionali di ognuno.”

Nel corso degli anni come ha visto incrementare le abilità di ognuno attraverso l’arte?

“Dopo un certo periodo di tempo ho visto incrementare le abilità di ognuno giorno dopo giorno, soprattutto quelle di tipo relazionale e creativo. Ciò che mi ha colpito in particolare è stata la sete di conoscenza e di accrescimento di queste persone con cui ho condiviso dei momenti bellissimi. La caratteristica più bella è la fiducia che si è instaurata nei confronti degli insegnanti, che ha lambito sia gli elementi più piccoli che quelli di maggior rilevanza.”

Quali sono i suoi auspici per il futuro in riguardo all’evoluzione di questa azione inclusiva attraverso l’arte?

“Ho due auspici. Il primo è costituito dal fatto che, chi governa la società ad ogni suo livello, possa promuovere l’arte come strumento di diagnosi e di terapia, per tutti e non solo per le persone con disabilità. L’arte è un ottimo strumento di comunicazione, soprattutto per quanto riguarda l’emotività delle persone e di identificazione di ogni persona. Un altro auspicio è costituito dal fatto che, tutte le autonomie acquisite durante i nostri corsi, possano essere trasferite nella quotidianità di ognuno e portate avanti a lungo nel tempo. Inoltre, il concetto più autentico di inclusione, deve basarsi sulla reciprocità e deve essere totalizzante, affinché ognuno posso ricevere dall’altro un bagaglio umano nonché esperienziale in grado di arricchirlo. Tutte le persone devono avere gli stessi diritti, doveri e possibilità, indipendentemente dalla propria fragilità”.