Maciste, culturismo e buona cucina coniugati in un grande cuore

Maciste, al secolo Stefano Marzi di Castelplanio, coniuga in se l'amore per la cucina e per lo sport mediante uno spirito fortemente altruistico

Il nome Maciste richiama alla mente la figura quasi mitologica di un uomo dotato di straordinaria forza fisica coniugata però ad una grande animo, il cui nome deriva dalla forma italianizzata del soprannome arcaico del semidio Ercole che in lingua greca è mekistos, superlativo di makros, ossia grande. Ai giorni nostri Maciste, al secolo Stefano Marzi, classe 1948, risiede nelle Marche, precisamente a Castelplanio e, fin dalla sua gioventù, coniuga in maniera armoniosa la passione per la cucina, il bodybuilding e la vicinanza a coloro che sono in difficoltà. In particolare, le attitudini sopra descritte, si sono esemplificate nel corso degli anni, attraverso l’apertura di un locale denominato appunto Maciste ove egli ha inventato la leggendaria ricetta dei maccheroncini al fume’ – l’apoteosi del carboidrato – nel 1978, per cui ha ricevuto numerosi riconoscimenti al livello nazionale ed internazionale. In seconda istanza egli, fin da giovane, ha coltivato un grande passione per il culturismo che lo ha portato, grazie a molti sforzi e sacrifici, a vincere numerosi titoli, dei quali l’ultimo, conseguito nello scorso giugno, è il titolo di campione mondiale di bodybuilding nella categoria over 70 in cui era il partecipante più anziano. Tutti gli aspetti sopra descritti sono racchiusi in un cuore profondamente altruistico e vicino alle persone in difficoltà tanto che, negli scorsi mesi, ha donato 150 kg di pasta alla Caritas di Jesi ed ha cucinato il suo piatto forte per quaranta persone indigenti. In Terris ha avuto il piacere di intervistarlo.

Chi è Maciste? Ci racconti la sua storia.

“A 14 anni mi trovavo a Roma, dietro la stazione Termini, e svolgevo l’attività di lavapiatti in un locale. A seguito di ciò, dopo un breve periodo a casa, ho svolto l’attività di cameriere a Rimini e a Riccione. Successivamente sono tornato a Roma ed ho lavorato in un albergo a cinque stelle in piazza Barberini per due anni e, dopo questa esperienza, ho preso in gestione il locale di mio padre. All’età di 24 anni mi sono sposato e a 30 anni preso le redini del locale ove sono attualmente. Nel corso della mia carriera ho inventato i famosi maccheroncini al fumè che ho portato anche in famose competizioni culinarie internazionali cui sono arrivato primo ed invece con la pizza al fume’ sono giunto secondo. Oltre a ciò, recentemente sono stato ospite ai fornelli di GialloZafferano. Siccome sono anche un bodybuilder, lo scorso giugno, nell’ambito di due competizioni sportive una nazionale ed un’altra internazionale, ho trionfato e sono diventato campione mondiale in Slovenia a 73 anni per la mia categoria”.

Da dove nascono le sue passioni per il buon cibo e per lo sport?

“Ho iniziato a praticare lo sport da ragazzino, ad Apiro, il mio paese natale di dov’è originario anche Panatta e nel quale cominciammo ad allenarci insieme saldando gli attrezzi e aiutandoci vicendevolmente. In seguito, mi sono allontanato perché sono venuto a lavorare nel mio ristorante ma, il bodybuilding, è sempre stata una mia grande passione fin da giovanissimo. Ho cominciato all’età di 60 anni a partecipare a delle competizioni in quanto ho saputo che vi erano delle gare riservate agli over sessanta. La passione per il cibo nasce dalla mia famiglia dove sia mio padre, mia mamma, mia zia e mio nonno erano dei cuochi ed in particolare quest’ultimo è stato uno dei precursori del catering in quanto, in occasione di matrimoni o altre festività, cucinava e consegnava il cibo a domicilio mediante l’utilizzo di un carro sospinto da cavalli”.

In quest’estate che è la prima che si sussegue alla pandemia quali consigli vuole dare a chi intende rimettersi in forma?

“È fondamentale avere uno stile di vita sano, io ad esempio non bevo e non fumo perché, da quando era giovane, mi sono sempre detto: mi voglio fare un vestito che vada bene per tutta la vita. Questo vestito è il nostro corpo e dobbiamo prendercene cura nel migliore dei modi”.

Che importanza ha per lei la sua famiglia?

“La famiglia per me una fondamentale importanza in quanto mi ha sempre sostenuto e, ad esempio, qui nel mio locale collaboro con mio figlio Mirko che lavora con me in cucina dall’età di quindici anni e con mia moglie Anna”.