Coronavirus, 2.500 turisti avviano una class action contro l’Austria

Si tratta della prima causa collettiva di cui si ha nota dall'inizio della pandemia. L'obiettivo? Far luce su come è stata gestita a livello sanitario l'emergenza ad Ischgl, nota stazione sciistica sulle Alpi

Sono 2.500 i turisti contagiati dal virus Covid-19 che hanno avviato una causa collettiva – la prima di cui si ha nota dall’inizio della pandemia contro il Land Tirol e la Repubblica d’Austria. Il motivo? Far luce su come è stata gestita a livello sanitario l’emergenza ad Ischgl, la nota stazione sciistica nel cuore delle Alpi, famosa nel mondo per lo sci ma anche per la movida e il divertimento, in pochi giorni è diventata nota come il “focolaio d’Europa del coronavirus“. La settimana scorsa il pubblico ministero di Innsbruck aveva aperto un’indagine per valutare eventuali negligenze sulla gestione complessiva da quando a fine febbraio un dipendente del servizio di catering era risultato positivo al tampone.

Il messaggio dell’associazione per la tutela dei consumatori

Il Verbraucherschutzverein austriaco (Vsv, l’associazione per la tutela dei consumatori) ha lanciato un appello a livello europeo attraverso il suo sito internet: “Se il 5 marzo 2020 o successivamente vi siete trovati nei comprensori sciistici di Ischgl, Paznauntal, Sankt Anton am Arlberg, Soelden o Zillertal e poco dopo vi è stato diagnosticato il coronavirus, allora potreste avere il diritto di chiedere un risarcimento danni contro le autorità tirolesi e anche contro la Repubblica d’Austria, a condizione che possiate produrre prove di negligenza attraverso relazioni pertinenti o in un procedimento penale”. La comunicazione in poche ore ha fatto il giro del web e complessivamente sono arrivate circa 2.500 segnalazioni. Come ha riferito il Vsv, “quasi tutte le segnalazioni riguardano Ischgl e attualmente la maggior parte delle persone si trova a casa in quarantena”. Successivamente l’associazione tutela consumatori ha presentato denuncia contro il governatore tirolese Guenther Platter, il sindaco di Ischgl e la società di gestione degli impianti.

Le prime segnalazioni

Le prime segnalazioni erano arrivate il 5 marzo quando dall’Islanda comunicarono che un gruppo di turisti era positivo al coronavirus e potrebbe essere stato contagiato a Ischgl. L’8 marzo da Oslo arrivò una comunicazione ufficiale: dei 1.198 casi positivi sul territorio nazionale, 491 sono reduci da vacanze in Austria, soprattutto a Ischgl. Seguirono tante altre segnalazioni, dall’Islanda, dalla Germania settentrionale, dalla Danimarca e dalla Svezia dove le persone positive avevano trascorso la settimana bianca proprio nella località del Tirolo. Successivamente emerse che il barman della nota baita “Kitzloch”, un 36enne tedesco, era stato contagiato. Le autorità sanitarie avviarono ricerche che portarono alla luce altre positività. Il bar venne chiuso il 9 marzo. A seguito dei crescenti casi di positività al coronavirus, il 13 marzo la Paznauntal era stata posta in isolamento.