Categories: Cronaca

Sea Watch, Carola Rackete critica la Germania

La decisione del gip ha tutt'altro che chiuso la vicenda Sea Watch: il terreno dello scontro, ora, dal mare di Lampedusa sembra spostarsi su ben altri piani, che passano per i corridoi delle sedi legali. Quelli che ha scelto di percorrere Carola Rackete, comandante della nave che, al momento, si trova in una località protetta dopo aver ricevuto delle minacce. Nel mirino c'è il ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, attaccato un po' su tutti i fronti: dai toni ai contenuti delle sue dichiarazioni, oltre che sulla sua politica. Tutti temi che, in un'intervista rilasciata a Spiegel e al Guardian, il capitano della nave per giorni al centro di un caso diventato di dominio europeo condensa in alcune dichiarazioni alquanto precise: “La politica di Salvini ha violato i diritti umani: Il suo modo di esprimersi è irrispettoso, non è appropriato per un politico di alto livello”.

Il vicepremier

A proposito di Salvini, il legale di Carola Rackete aveva già fatto sapere che, proprio in virtù dei suoi toni, è stata decisa una querela: “Come Sea Watch noi abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini. Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazioni a delinquere nei confronti di Carola, cosa che è ancora più grave se fatta da un ministro dell'Interno”. Inoltre, ha specificato che “nel circuito di questi leoni da tastiera abituati all'insulto, è lui che muove le acque dell'odio. Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente”. Parole alle quali il vicepremier ha replicato in toni ironici: “Non vedo l'ora di essere denunciato da una che ha infranto le leggi e ha rischiato di ammazzare dei militari italiani. Non vedo l'ora di incontrarla in tribunale, così almeno la vedo. Mi toglierei quella soddisfazione”.

La Germania

Non c'è solo il ministro italiano, comunque, come oggetto di critica da parte della comandante. Anche il governo tedesco, infatti, è stato da lei accusato di essere rimasto indifferente nei confronti di quanto stava accadendo: “Mi sono sentita lasciata sola – ha detto -. La mia impressione è stata che a livello nazionale e internazionale nessuno volesse davvero aiutare. Si sono sempre passati la patata bollente, mentre avevamo ancora 40 sopravvissuti a bordo. Ha fallito il ministro degli Interni Horst Seehofer, che non aveva alcun desiderio di accettare le offerte delle città”. Quelle che si erano fatte avanti per accogliere alcuni dei migranti della Sea Watch.

DM

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