Il sole in inverno, specie in montagna, è spesso erroneamente sottovalutato. Vi spieghiamo come scegliere la protezione solare più adatta ai mesi freddi.
Da metà gennaio fino a marzo inoltrato, a volte anche aprile, è il periodo delle settimane bianche. Su e giù per i monti con sci, snowboard o slittino godendosi le belle giornate. Una cosa che però non deve mai mancare è la protezione solare, perché il sole in inverno, specie in montagna, è spesso erroneamente sottovalutato.
In montagna il sole è infatti particolarmente forte. I rischi sono gli stessi di quando si è in spiaggia: scottature, macchie ed eritemi solari, oltre a secchezza e pelle squamata, possono essere all’ordine del giorno.
“Ogni volta che ci si espone al sole ci si deve proteggere in qualsiasi luogo. In montagna oltre all’altezza, il vero problema per la pelle è il riverbero della luce che amplifica l’effetto dei raggi. Per questo è molto importante utilizzare una protezione solare 50+” spiega su IoDonna la dottoressa Maria Rosa Gaviglio, dermatologa dello Studio Gaviglio.
In quota infatti le radiazioni UV sono più intense perché c’è meno atmosfera che funge da schermo, e il sole si trova a una distanza minore rispetto a quando si è in pianura. Fa il suo anche la pressione atmosferica inferiore e l’aria molto più pulita e limpida.
Da non sottovalutare poi il riflesso dei raggi sulla neve, che non assorbe ma riflette la luce, fino all’80-85%. Per questo è importante proteggere anche gli occhi per evitare le scottature in quest’area.
Ma quali solari scegliere tra i tanti tipi presenti sul mercato? La caratteristica fondamentale dei solari per la montagna, spiega l’esperta, è la texture: fluida ma densa. Le nuove creme, anche se dense, non lasciano più “il bianco” sulla pelle.
“E’ necessario prediligere consistenze più dense rispetto a quelle estive principalmente per tre motivazioni: sono più idratanti, devono proteggere dalle temperature molto basse ed entrano in contatto con sciarpe, casco, maschere che con lo sfregamento possono venire rimosse molto facilmente”, dice la dottoressa Gaviglio. L’abbondanza di filtri fisici permette al solare di legarsi perfettamente alla pelle creando su di essa uno schermo protettivo.
Importante è poi utilizzare creme altamente idratanti da applicare a fine giornata. “La pelle in montagna ha infatti immagazzinato durante l’esposizione più radicali liberi e necessita di maggiore idratazione. Inoltre, a causa anche delle basse temperature possono comparire anche arrossamenti e secchezze che devono essere lenite”.
Molto utili infine, anche le “creme specifiche con vitamina C e ad azione antiossidante che aiutano a ripristinare le caratteristiche normali dell’epidermide. In alternativa anche creme a base di neurosensine o madecassoside capaci di ristabilire l’equilibrio della barriera cutanea”, conclude l’esperta. Insomma: sole in montagna sì, eritemi solari no!
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