L’ULTIMO SALUTO ALLE VITTIME DEL BARDO

Conclusi i funerali delle vittime dell’attentato a Tunisi. Un lungo applauso ha accolto l’arrivo delle salme di Orazio Conte e Antonella Sesino, i due torinesi rimasti uccisi nell’attentato al Museo del Bardo. “Mai soli” è lo striscione appeso fuori il santuario della Consolata dove parenti e amici si sono stretti per l’ultimo saluto. Tra gli omaggi floreali, le corone del governo tunisino, della Presidenza della Repubblica e del governo italiani, nonché quelle di Camera e Senato.   Alle 14:00 è stato l’arcivescovo Cesare Nosiglia a iniziare i funerali: “Chi si serve della violenza e sceglie la via del sangue, aggredendo cittadini inermi, non avrà mai la vittoria”, ribadisce il vescovo di Torino durante l’omelia. “La strage degli innocenti che si è rinnovata in questi giorni scuote la coscienza di ogni uomo di buona volontà: l’Amore e la volontà di pace e di rispetto di ogni persona vinceranno avendo dalla propria parte la potenza di Dio”.

Un “flusso costante di cittadini” ha reso omaggio a Orazio Conte e Antonella Sesino. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ringrazia i cittadini per questa “straordinaria manifestazione di affetto e solidarietà”. “La storia delle vittime torinesi di Tunisi, e il commosso omaggio che la Città sta tributando loro, ci dice che il terrorismo sta bussando anche alla nostra porta. Non si può far finta di nulla”. Sono le parole di Mario Calabresi, direttore de La Stampa anche lui presente al Santuario della Consolata.

Alle 15:00 invece a Novara presso il Duomo è monsignor Franco Giulio Bambrilla a celebrare le esequie di  Francesco Caldara, il 64enne rimasto vittima anche lui dell’attentato del 18 Marzo. “Francesco è stato ucciso per la mano sconsiderata di fanatici che follemente hanno sequestrato il nome di Dio” ha detto durante l’omelia il vescovo.F A Meda, nella provincia di Monza e Brianza, in data ancora da definire, familiari, parenti e amici daranno l’addio a Giuseppina Biella, la donna di 70 anni colpita dai proiettili dei terroristi e morta tra le braccia del marito.

Sono passati sei giorni da quando media e giornali di tutto il mondo hanno accolto la notizia di una sparatoria vicino il Parlamento di Tunisi. Dopo poche ore, quella che sembrava essere una notizia di cronaca estera si è trasformata nell’ennesima strage rivendicata dall’Isis. Nel mirino dei jihadisti questa volta i visitatori del Museo del Bardo, non un obiettivo qualunque ma il simbolo di un’economia fragile fondata principalmente sul turismo.