DOPO LUPI, VERTICE AL QUIRINALE TRA RENZI E MATTARELLA

Un faccia a faccia di un’ora per fare il punto sul successore di Maurizio Lupi. Matteo Renzi si è recato al Quirinale prima di pranzo per discutere del caso che sta tenendo banco in questi giorni nella maggioranza. Il problema è soprattutto politico visto che a saltare è stato un ministro dell’ala centrista e non nel Pd. Il premier deve giocare la partita con precisione chirurgica se vuole evitare pericolose crepe e il rischio di una crisi di governo proprio mentre in Parlamento le riforme sono entrate in una fase decisiva. Il Mit sarà assunto ad interim dallo stesso presidenze del Consiglio ma si tratterà di un interregno breve. Di certo, al momento, c’è solo questo. Il resto appartiene al mondo delle idee anche se sembra che Renzi voglia affidare le Infrastrutture a un uomo di sua fiducia, magari Graziano Delrio.

Su questo i due protagonisti dell’incontro odierno hanno dibattuto per cercare di trovare una soluzione. Il vero nodo, se il successore di Lupi venisse dalla galassia dem, è come compensare Ncd della perdita subita. L’unica poltrona disponibile è quella degli Affari Regionali dopo il passo indietro della Lanzetta. Ma la possibile assegnazione a Gaetano Quagliarello ha subito uno stop, arrivata dallo stesso esponente alfaniano. Ieri Ncd aveva chiesto che l’uscita di scena di Lupi non avesse come conseguenza un ridimensionamento del peso del partito nell’esecutivo.

E dopo giorni in cui alcuni hanno parlato di rischio di governo monocolore Pd, ora è Scelta civica a lamentare il pericolo di un bicolore Pd-Ap. “Area Popolare si sente sottorappresentata al governo? Non lo so, certo è che Area Popolare ha tutt’ora tre ministri importanti e numerosi viceministri e sottosegretari, laddove Scelta Civica, dopo il trasloco nel Pd di un manipolo di persone povere di seguaci e ricche solo di cariche, è l’unica delle tre forze politiche con gruppi parlamentari autonomi a potersi dire oggettivamente sottorappresentata”  ha spiegato Mariano Rabino, responsabile Sc per gli Enti locali. Una rosa dalle mille spine che Renzi dovrà maneggiare con cura per non ferirsi.