Caso Ilaria Alpi, il supertestimone: “l’uomo in carcere è innocente”

Rivelazioni sconcertanti riportano sotto i riflettori nazionali il caso di Ilaria Alpi, la giovane giornalista del Tg3 che, insieme all’operatore della Rai Miran Hrovatin, il 20 marzo fu uccisa mentre si trovava a Mogadiscio. “L’uomo in carcere accusato di aver ucciso Ilaria Alpi, il somalo Omar Hashi Hassan, è innocente. – ha rivelato Ahmed Ali Rage, soprannominato Jelle – Io non ho visto chi ha sparato. Mi hanno chiesto di indicare un uomo. Gli italiani avevano fretta di chiudere il caso e mi hanno promesso denaro in cambio di una testimonianza al processo”.

Ahmed Ali Rage, irreperibile per l’Italia, ma raggiunto dalla redazione di “Chi l’ha visto?”, ha raccontato ai microfoni di un’inviata del programma di aver accusato il giovane Omar Hashi Hassan per ricevere del denaro in cambio. Jelle, considerato il supertestimone, non si è mai presentato in aula, anzi fuggì all’estero, ma le sue dichiarazioni furono sufficienti per far arrestare e poi condannare all’ergastolo Hassan, il quale si trovava a Roma per testimoniare sulle presunte violenze militari perpetrate dagli italiani ai danni della popolazione somala. Ilaria Alpi e il cameramen della Rai si trovavano a Mogadiscio per seguire la guerra civile  somala e per indagare su un traffico di armi e di rifiuti tossici.

Secondo la ricostruzione della dinamica dell’incidente della Polizia scientifica, i colpi sparati dai kalashnikov erano indirizzati ai due giornalisti, poiché l’autista e la guardia del corpo rimasero incolumi. I due giornalisti avevano scoperto un traffico internazionale di rifiuti tossici e radioattivi, prodotti nei Paesi industrializzati che venivano stoccati illegalmente nei Paesi poveri dell’Africa. Nel novembre del 1993, sempre in Somalia, era stato ucciso in circostanze misteriose, il sottufficiale del Sismi Vincenzo Li Causi, informatore della Alpi sul traffico illegale di scorie tossiche.