Cinque condanne a morte e sette all’ergastolo. Sono queste le pene che un tribunale speciale indiano ha deciso di infliggere ad un totale di dodici imputati, accusati di essere i responsabili ai treni pendolari di Mumbai, avvenuti l’11 luglio 2006. le indagini della polizia portarono all’incriminazione di 13 pakistani appartenenti al gruppo terroristico Lashkar-e-Taiba, l’Esercito del Bene, e al Movimento Islamico degli Studenti dell’India. In totale furono 7 le esplosioni che si verificarono in diverse stazioni, colpendo i treni della linea Western Railway, carichi di pendolari e nell’ora di punta che si stima trasportino ogni giorno circa 4 milioni e 500 mila persone. Le deflagrazioni causarono la morte di 190 persone e il ferimento di altre 820. A tutt’oggi l’attentato non è ancora stato rivendicato.
Le sette esplosioni si verificarono tutte in poco men di un’ora e interessarono tutti convogli partiti dalla stazione di Churchgate, il che fece pensare agli investigatori che gli attentatori avessero utilizzato degli ordigni con un timer. le bombe erano confezionate in pentole a pressione e poi nascoste in alcuni sacchi nelle carrozze di prima classe.
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