Udienza, Papa: “Alla Chiesa servono cuori come quello di Santa Teresa di Lisieux”

All'udienza presenti due delegazioni francesi che hanno accompagnano le reliquie di Santa Teresa di Gesù Bambino a Roma, nel 150/o anniversario della nascita e nel 100/o anniversario della beatificazione

Papa Francesco in Piazza San Pietro. Foto: Vatican News

Papa Francesco, a bordo della ‘papamobile’ aperta, è entrato in Piazza San Pietro, dove stamane alle 9:00 ha tenuto l’udienza generale. Francesco ha fatto salire a bordo della ‘jeep’ cinque bambini, tutti con cappellini colorati, che ha portato con sé nel giro tra la folla dei pellegrini.

Papa: “Dedicherò Lettera apostolica a Santa Teresa di Lisieux”

“Sono qui davanti a noi le reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino, patrona universale delle missioni. È bello che ciò accada mentre stiamo riflettendo sulla passione per l’evangelizzazione, sullo zelo apostolico. Oggi, dunque, lasciamoci aiutare dalla testimonianza di santa Teresina. Lei nacque 150 anni fa, e in questo anniversario ho intenzione di dedicarle una Lettera Apostolica”. Lo ha detto papa Francesco all’inizio dell’udienza generale.

All’udienza in Piazza San Pietro sono presenti, dalla Francia, le delegazioni delle diocesi di Séez e Bayeux-Lisieux, guidate dai rispettivi vescovi, che accompagnano le reliquie di Santa Teresa di Gesù Bambino nel 150/o anniversario della nascita e nel 100/o anniversario della beatificazione.

“È patrona delle missioni, ma non è mai stata in missione – ha ricordato il Papa a proposito di Santa Teresa di Liesieux -. Era una monaca carmelitana e la sua vita fu all’insegna della piccolezza e della debolezza: lei stessa si definiva ‘un piccolo granello di sabbia’. Di salute cagionevole, morì a soli 24 anni. Ma se il suo corpo era infermo, il suo cuore era vibrante, missionario. Nel suo ‘diario’ racconta che essere missionaria era il suo desiderio e che voleva esserlo non solo per qualche anno, ma per tutta la vita, anzi fino alla fine del mondo”. Francesco ha anche raccontato due episodi di prima che Santa Teresa entrasse giovanissima in monastero per capire da dove arrivano “tutto questo zelo, questa forza missionaria e questa gioia di intercedere”. Uno in particolare:

“Teresa viene a conoscenza di un criminale condannato a morte per crimini orribili, Enrico Pranzini: ritenuto colpevole del brutale omicidio di tre persone, è destinato alla ghigliottina, ma non vuole ricevere i conforti della fede. Teresa lo prende a cuore e fa tutto ciò che può: prega in ogni modo per la sua conversione, perché lui che, con compassione fraterna, chiama ‘povero disgraziato Pranzini’, abbia un piccolo segno di pentimento e faccia spazio alla misericordia di Dio, in cui Teresa confida ciecamente”.

“Avviene l’esecuzione – ha raccontato ancora il Papa -. Il giorno dopo Teresa legge sul giornale che Pranzini, appena prima di poggiare la testa nel patibolo, ‘a un tratto, colto da un’ispirazione improvvisa, si volta, afferra un Crocifisso che il sacerdote gli presentava e bacia per tre volte le piaghe sacre’ di Gesù. La santa commenta: ‘Poi la sua anima andò a ricevere la sentenza misericordiosa di Colui che dichiarò che in Cielo ci sarà più gioia per un solo peccatore che fa penitenza che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza!’ (Manoscritto A, 135)”.

“Ecco la forza dell’intercessione mossa dalla carità, ecco il motore della missione – ha commentato Francesco -. I missionari, infatti, di cui Teresa è patrona, non sono solo quelli che fanno tanta strada, imparano lingue nuove, fanno opere di bene e sono bravi ad annunciare; no, missionario è chiunque vive, dove si trova, come strumento dell’amore di Dio; è chi fa di tutto perché, attraverso la sua testimonianza, la sua preghiera, la sua intercessione, Gesù passi”.

“Questo è lo zelo apostolico – ha aggiunto – che, ricordiamolo sempre, non funziona mai per proselitismo, mai, o per costrizione, mai, ma lo zelo apostolico funziona per attrazione: non si diventa cristiani perché forzati da qualcuno, ma perché toccati dall’amore”.

“Alla Chiesa, prima di tanti mezzi, metodi e strutture, che a volte distolgono dall’essenziale, occorrono cuori come quello di Teresa, cuori che attirano all’amore e avvicinano a Dio – ha concluso il Pontefice -. Chiediamo alla santa, abbiamo le reliquie qui, di superare il nostro egoismo e la passione di intercedere perché Gesù sia conosciuto e amato”.

Fonte: Ansa