I richiami del Papa sulla tutela della Casa Comune

I richiami del Papa alla tutela della Casa Comune a pochi giorni dall'avvio della Cop28 che si svolgerà negli Emirati Arabi Uniti, tra i principali produttori ed esportatori al mondo di petrolio

Dal prossimo 30 novembre la città emiratina di Dubai ospiterà la 28ma Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Il discorso di papa Francesco sabato 2 dicembre sarà storico. E’ la prima volta che un Pontefice prende parte alla Conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite. 

Il Papa a Dubai

Dal prossimo 30 novembre la città emiratina di Dubai ospiterà la 28ma Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che entro il 12 dicembre sarà chiamata a tradurre in azione lo storico accordo di Parigi del 2015. I lavori si terranno presso Expo City, la modernissima infrastruttura nella quale, con un anno di ritardo a causa della Pandemia, nel 2022 si è conclusa l’esposizione universale alla quale hanno preso parte ben 192 Paesi.

Le prospettive di successo di questa Conferenza delle Parti sono fortemente minacciate dalla crisi mondiale in atto. Le guerre, armate e non, che incombono sullo scacchiere internazionale offrono infatti non pochi pretesti a chi certe decisioni sembra proprio non volerle prendere. E d’altro canto nelle 27 occasioni precedenti mai una decisione vincolante è stata presa al fine di garantire la riduzione delle emissioni di gas serra, causa prima della crisi climatica.

I richiami del Papa sul clima

La preoccupazione è giunta fino al cuore del Pontefice il quale, animato da una preoccupazione pastorale, è tornato a richiamare con forza dirompente l’attenzione dei decisori politici e di tutti gli uomini di buona volontà sull’urgenza assoluta della crisi climatica. Il primo richiamo lo abbiamo avuto il 4 ottobre, ricorrenza del poverello di Assisi, quando Papa Francesco ha pubblicato l’esortazione apostolica Laudate Deum. Un vero e proprio tuono nella storia della Dottrina sociale della Chiesa, capace di scuotere in profondità la coscienza di chiunque la legga.

Il secondo richiamo invece arriverà direttamente a Dubai, dove per la prima volta un Pontefice prenderà parte alla Conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite. Con ogni probabilità per molti non è di immediata comprensione la portata di questo gesto, che racchiude in sé una miscela straordinaria di coraggio e abnegazione. Innanzitutto coraggio, perché il contesto nel quale Papa Francesco ha deciso di portare il suo amore per l’umanità non è certo dei più favorevoli.

Combustibili fossili ed ecosistema

La Cop28 si svolge in un paese — gli Emirati Arabi Uniti — tra i principali produttori ed esportatori al mondo di petrolio e gas naturale. Le loro riserve accertate di questi combustibili fossili sono stimate in quasi 100 miliardi di barili; una fonte sconfinata di ricchezza alla quale difficilmente si vorrà rinunciare. Ma al di là del contesto Paese, la stessa Conferenza delle Parti è stata affidata all’amministratore delegato di una delle compagnie petrolifere più importanti al mondo. E così mentre le Cop precedenti dovevano affrontare l’enorme condizionamento di tanti lobbisti dell’economia fossile, questa Cop è stata addirittura affidata a chi in questi interessi si identifica completamente.

Come lo stesso Pontefice ci ha ricordato nel 2015, quella che stiamo vivendo, prima ancora che un’epoca di cambiamenti si configura come un vero e proprio cambiamento d’epoca. La sfida tra la vita — generata da un sano equilibrio con la natura — e la morte — generata dal dissennato sfruttamento delle risorse naturali — è giunta oggi al suo apice. Le emissioni di CO2 immesse in atmosfera hanno superato ogni possibile livello di guardia, denunciato da decenni dalla comunità scientifica. Eppure la bramosia dei mercati globali continua a farci bruciare questi combustibili condannando l’umanità di oggi e delle future generazioni ad un pianeta invivibile.

Anche l’Italia coinvolta nei cambiamenti climatici

Cosa può fare un uomo solo contro tutto questo? Apparentemente ben poco. Ma Francesco non si lascia sopraffare dalla paura. Affronta la sfida con uno spirito di abnegazione impareggiabile che dovrebbe essere d’esempio per tanti decisori politici oggi paralizzati dalla convenienza economica, terrorizzati dalla pressione finanziaria, incapaci di un atto di coraggio. Se la presenza di Francesco a Dubai li potesse contagiare, quale miracolo sarebbe avvenuto?!

Difficile prevedere quale sarà l’effetto di un simile gesto, di un atto politico di questa portata. Viviamo un tempo nel quale tutto appare così tragicamente fluido e imponderabile. Ma attenti a considerare quella di Papa Francesco come un’azione sconsiderata, come il cieco coraggio di chi prova il tutto per tutto. Il Pontefice infatti non arriverà a Dubai senza avere frecce nella sua faretra. La prima freccia sarà quella della “Verità” che la sua presenza affermerà con forza in un consesso fortemente condizionato dalle mistificazioni. La seconda freccia sarà quella del “Buon senso” che la sua pastorale consegnerà direttamente al cuore di ogni abitante del pianeta. La terza freccia sarà quella dell’“Amore per l’umanità” la cui affermazione metterà in luce la vera natura di chi invece cerca solo il proprio interesse.

Il diario giornaliero dei lavori di Dubai

Comunque vada, questa Cop28 merita davvero di essere seguita con grande attenzione, perché certamente segnerà la storia. E per questo «L’Osservatore Romano» dal 30 novembre al 12 dicembre offrirà un diario giornaliero dei lavori di Dubai insieme ai protagonisti di questi difficili negoziati.

È importante comprendere che il messaggio di Papa Francesco sarà rivolto ad ognuno di noi, come quello di un padre premuroso che, senza alcuna economia, dona tutto sé stesso per risvegliare la coscienza dei suoi figli e salvarli dal più grande pericolo che l’umanità abbia mai corso.

Tutti noi, assistiamo ogni giorno al progressivo peggioramento della crisi climatica. Eppure continuiamo a guardare a questi disastri apocalittici come fossero il prodotto editoriale di un grande “Truman Show”. Guardiamo arrivare nei nostri paesi milioni di migranti disperati, forzati a muoversi dalla desertificazione dei propri territori. Eppure continuiamo a consumare oltre i limiti del pianeta e perfino oltre i limiti del nostro compiacimento, preferendo l’opulenza al buon senso. Guardiamo le coltivazioni italiane perdere quella formidabile qualità che le ha rese famose in tutto il mondo, a causa della sempre più devastante alternanza di alluvioni e siccità.

Ma nonostante questo continuiamo a sprecare energia e produrre rifiuti senza alcuna preoccupazione. Forse dovremmo tutti renderci conto che non basta essere consapevoli dei problemi, ma che bisogna anche provare a risolverli. Forse dovremmo tutti capire che il cambiamento climatico non sparirà per magia grazie a dei miracoli tecnologici, bensì attraverso un cambiamento culturale profondo che richiederà stili di vita più equilibrati. Forse, come ci ricordava Galileo Galilei, dovremmo tutti capire che «non basta guardare, ma che occorre guardare con occhi che vogliono anche vedere».

Fonte: L’Osservatore Romano