Pedopornografia: associazione Mater e Santa Sede insieme per tutelare i bambini

Don Fortunato di Noto, fondatore dell’associazione Mater, da anni lotta contro la pedofilia: la Santa Sede ha deciso di condividere le sue proposte per bonificare internet dalle immagini pedo-pornografiche e debellare definitivamente quei traffici che ne accompagnano la visione. La notizia è emersa dopo una conferenza stampa, tenuta congiuntamente dal sacerdote e dal Cardinal Peter Turkson. Entrambi i consacrati hanno aderito alla campagna internazionale “Stop alle minacce su internet” e rivelano le prossime iniziative che hanno lo scopo di informare i più giovani.

“Per raggiungere il più ampio numero possibile di studenti in Italia, in particolare i nativi digitali, ogni scuola riceverà un righello e dei manifesti da consegnare ad ogni alunno e il manifesto da affiggere nelle classi. Gli stessi manifesti – ha spiegato Di Noto – saranno affissi negli ambienti frequentati dai minori come oratori, associazioni, palestre, parrocchie, club sportivi, e contengono un decalogo per ‘abitare’ al meglio e in sicurezza tutto il mondo del Web con qualsiasi mezzo e soprattutto intelligente prudenza per evitare danni a se stessi ed agli altri”.

Durante la conferenza stampa sono stati rivelati i dati 2014 che hanno permesso di intervenire giocando d’anticipo su quelle che sarebbero potute diventare delle tragedie: si tratta di almeno 32 segnalazioni ricevute che hanno portato a processi e indagini. “L’effetto delle denunce targate Meter è stato quello dell’avvio di indagini e processi per adescamento di minori. Non solo: sono stati anche chiusi alcuni siti e comunità sui social network”.

Ma non basta, ha spiegato Di Noto : è infatti “in crescita il fenomeno del sexting (invio di foto nude dei minori sul telefonino in cambio di ricariche del cellulare, per esempio) e cyberbullismo. Non sono mancati numerosi casi di adescamento a scopi sessuali”. Infine il sacerdote siciliano ha concluso la conferenza dichiarando l’urgenza di un intervento educativo: “C’è bisogno di regole da diffondere nelle periferie del web. Spesso si naviga a casaccio, andando allo sbaraglio e rischiando inganni (si veda il grooming, l’adescamento di adolescenti) ed esponendo la propria identità a quello che viene chiamato multistalking” ossia quella tendenza schizofrenica di chi oggi vive completamente immerso nell’ecosistema tecnologico, seguendo e gestendo più strumenti comunicativi contemporaneamente e rimanendo letteralmente sommerso da una quantità infinita di dati, informazioni e stimoli.