Papa: “La testimonianza cristiana dà fastidio”

Ricordare il primo incontro con Gesù che “ci ha cambiato la vita”. E' l'esortazione di Papa Francesco nell’omelia odierna durante della Messa mattutina a Casa Santa Marta, che riprende oggi dopo la pausa di Pasqua. Obbedienza, testimonianza, concretezza sono le tre caratteristiche che caratterizzano l'operato degli apostoli dopo la gioia pasquale.

La gioia pasquale

I 50 giorni del tempo pasquale – esordisce il Pontefice – sono stati per gli apostoli un “tempo di gioia” per la Risurrezione di Cristo. Una gioia vera ma ancora dubbiosa, timorosa, che si chiede come andranno le cose,  mentre dopo, con la discesa dello Spirito Santo, la gioia diventa “coraggiosa”: prima “capivano perché vedevano il Signore, ma non capivano tutto: è stato lo Spirito Santo a fargli capire tutto”.

L'obbedienza

Citando la Prima Lettura tratta dagli Atti, gli apostoli vengono portati davanti al sinedrio dove il sommo sacerdote ricorda di avergli proibito di insegnare nel nome di Gesù. Ma loro compiono la volontà del Padre. “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”: è la risposta di Pietro. La parola “obbedienza” torna, poi, anche nel Vangelo odierno perché “una vita di obbedienza” è quella che caratterizza gli apostoli che hanno ricevuto lo Spirito Santo. Come Gesù che “obbedì fino alla fine” nell’Orto degli Ulivi. L'obbedienza consiste quindi nel fare la volontà di Dio.

Il denaro

I sacerdoti, diversamente, hanno regolato il tutto con una mancia: “la tangente è arrivata fino al Sepolcro”. Così risolve le cose il mondo, spiega il Papa, cioè “con cose mondane”. La prima è “il denaro”, il cui signore è il diavolo. Gesù stesso, infatti, dice che non si possono servire due padroni.

I cristiani perseguitati

Altra importante caratteristica degli apostoli è “la testimonianza”: “la testimonianza cristiana dà fastidio”, avverte il Pontefice. Anche se è umano cercare una via di compromesso “fra il mondo e noi”, dice Bergoglio, “la testimonianza cristiana non conosce le vie di compromesso: conosce la pazienza di accompagnare le persone che non condividono il nostro modo di pensare, la nostra fede, di tollerare, di accompagnare, ma mai di vendere la verità”.

Persecuzioni

“Primo, obbedienza. Secondo, testimonianza, che dà tanto fastidio. E tutte le persecuzioni che ci sono, da quel momento fino ad oggi … Pensate ai cristiani perseguitati in Africa, in Medio Oriente … Ma ce ne sono di più che nei primi tempi oggi, in carcere, sgozzati, impiccati per confessare Gesù. Testimonianza fino alla fine”.

La concretezza

Il terzo aspetto degli apostoli è la concretezza. Essi parlavano di cose concrete, “non di “favole”. Come gli apostoli hanno visto e toccato,  “ognuno di noi” – ricorda –  ”ha toccato Gesù nella propria vita”.

“Succede che tante volte i peccati, i compromessi, la paura ci fanno dimenticare questo primo incontro, dell’incontro che ci ha cambiato la vita. Eh, si ci porta un ricordo, ma un ricordo annacquato; ci fa diventare cristiani ma 'all’acqua di rose'. Annacquati, superficiali. Chiedere sempre la grazia allo Spirito Santo della concretezza. Gesù è passato nella mia vita, per il mio cuore. Lo Spirito è entrato in me. Poi, forse, ho dimenticato ma, la grazia della memoria del primo incontro”:

“Chiediamola gli uni per gli altri – conclude Francesco – ma quella gioia che viene dallo Spirito Santo, che dà lo Spirito Santo: la gioia dell’obbedienza pasquale, la gioia della testimonianza pasquale e la gioia della concretezza pasquale”.