Pakistan, cristiani e musulmani insieme per tutelare i diritti delle minoranze

Pakistan

Si è tenuta ieri a Faisalabad, nel Punjab, una fiaccolata per chiedere pene severe al governo pakistano per quanti sfruttano la legge sulla blasfemia per vendetta o per risolvere controversie personali. Hanno partecipato leader religiosi e semplici cittadini, un migliaio di persone fra sacerdoti, suore, attivisti, difensori dei diritti umani, studenti, bambini e rappresentanti di gruppi cristiani e musulmani.

Hanno innalzato cartelli e intonato slogan inneggianti alla pace e alla tutela dei diritti delle minoranze perseguitate. A conclusione della marcia, nella piazza principale, i manifestanti si sono raccolti in una preghiera comune e interreligiosa per Shama e Shahzad, la giovane coppia cristiana, bruciata viva da una folla inferocita perchè ritenuta colpevole di blasfemia.

L’iniziativa è stata promossa dal National Minorities Alliance of Pakistan (Nmap), con la collaborazione della Joshwa Welfare Organization (Jwo) e del movimento Muslim Masihi Ittehad (Mmi). Il parroco di Faisalabad (P. Iftikhar Moon) e il pastore Suhail Kanwal, accusano il governo centrale di non aver saputo difendere le minoranze, vittime di attacchi mirati in nome della fede; auspicano inoltre pene severe per quanti lanciano accuse infondate di blasfemia ai danni di persone innocenti, troppi casi di blasfemia, come la drammatica vicenda di Asia Bibi, ancora oggi giacciono pendenti nelle aule di tribunale. Anche Abar Younas, un attivista musulmano, ha denuciato gli abusi e le violenze che avvengono nelle fabbriche ai danni delle minoranze, egli sottolinea l’urgenza di un sistema normativo per difendere i diritti dei lavoratori.