Nella Chiesa si alza la voce dei giovani

La Chiesa si mette in ascolto dei giovani perché sa che sono il futuro proprio e dell'intera società. Un ascolto senza barriere, sul loro campo, tentando di intercettare i loro linguaggi, le loro aspirazioni, i loro problemi. E' in fondo questo il senso del Sinodo dei vescovi del prossimo ottobre che sarà preceduto da quella che il segretario, cardinale Baldisseri, ha definito “una vera novità”, ovvero un presinodo al quale parteciperanno circa 300 giovani designati dalle conferenze episcopali di tutto il mondo e dalle associazioni e dai movimenti più rappresentativi. Ma ci saranno anche seminaristi e novizi, studenti di scuole e università cattoliche, giovani arriveranno in rappresentanza del mondo della cultura, del teatro, della musica e dell’università, dell’impegno sociale e del volontariato, della formazione politica, del mondo militare e dello sport. Senza dimenticare chi appartiene ad altre confessioni cristiane e altre religioni, ragazzi provenienti da situazioni particolari, come il carcere, la tratta, la tossicodipendenza odiversamente abili. E per finire, giovani non credenti o appartenenti ad associazioni giovanili non confessionali.

Novità

Una novità perché se è vero che “la riunione pre-sinodale – come ha ricordato Baldisseri – è un appuntamento che si colloca nel solco della tradizione del Sinodo, dal momento che già in passato sono stati organizzati incontri” analoghi, è altrettanto vero che uno sforzo simile non ha precedenti: “Volevamo una partecipazione maggiore della base – ha spiegato il porporato – e ci siamo inventati questo presinodo che aiuta le persone di cui si tratta nell'assemblea dei vescovi ad entrare in questa dinamica. Inoltre, è un'espressione molto bella di comunione e ci interpella per il futuro nel trovare modalità di sempre maggior partecipazione”.

A Roma

Il presinodo si svolgerà dal 19 marzo a Roma ed avrà un ruolo operativo, perché al termine di una settimana di lavori, il 25, domenica delle Palme, è prevista la Messa con il S. Padre al quale sarà consegnato un documento che rappresenterà una delle quattro fonti dell'Instrumentum Laboris del Sinodo di ottobre. Le altre tre, come ha ricordato il cardinale, sono le “risposte al questionario contenute nel documento preparatorio inviate dalle Conferenze episcopali; il simposio dello scorso mese di settembre, i cui atti saranno pubblicati a breve”, che ha fornito un “supporto scientifico” da parte di “sociologi, psicologi, filosofi, teologi che hanno molto da dirci sulla realtà giovanile, aiutandoci a liberare il 'discorso sui giovani' da approssimazioni, stereotipi e pregiudizi; infine il sito, con un questionario promosso via social network.

Lavori “social”

E proprio questo è uno degli aspetti di novità dei lavori: “I giovani di oggi usano il web e in particolare i social networks come naturale areopago per incontrarsi, comunicare ed esprimere le loro opinioni – ha detto il porporato – Da qui è nata l’idea di estendere virtualmente la partecipazione alla riunione pre-sinodale attraverso i social: in tal modo, i giovani di ogni parte della terra potranno non solo seguire a distanza i lavori in tempo reale, ma interagire con i loro coetanei presenti a Roma e inviare i loro contributi, che confluiranno nella sintesi finale”. “Per partecipare mediante i social – ha poi spiegato mons. Fabene, sottosegretario del Sinodo – i giovani dovranno semplicemente andare sul sito www.synod2018.va, dove troveranno il link per iscriversi al Gruppo Facebook di una delle 6 lingue previste. All’interno di questi Gruppi i membri avranno l’opportunità di dare il proprio contributo sui temi proposti dalle domande – che 'rilanceranno' i temi discussi dai giovani presenti a Roma –, ciascuna abbinata ad un hashtag”.

La testimonianza

Due giovani erano presenti alla conferenza stampa: Stella Marilene Nishimwe, del Burundi, e l'italiano Filippo Passantino. “L’obiettivo della presenza in rete – ha detto quest'ultimo – è quello di creare un’interazione con i nostri coetanei di tutto il mondo e agevolare la loro partecipazione. Abbiamo proposto loro già da qualche mese di condividere e 'postare' sui social media anche selfie e video. Abbiamo pensato che per aprire a tutti le porte del Sinodo sarebbe stato importante trasformare i canali social in un forum. Così abbiamo suggerito di rilanciare storie e problemi che viviamo quotidianamente. Ci è sembrata significativa la vicenda di Alessio, che racconta con un autoscatto davanti a un aereo la difficoltà dei ragazzi che sono costretti a lasciare la loro terra perché non c’è lavoro”.

I numeri del questionario

Già, perché non si tratta solo di fede e discernimento vocazionale. I giovani hanno, forse per la prima volta, la possibilità di essere protagonisti assoluti nella vita della Chiesa, di fare sentire la loro voce in maniera chiara. Le premesse, pur con le difficoltà che ovviamente riguardano le diverse situazioni nei diversi continenti, sembrano positive. Il cardinale Baldisseri si è detto soddisfatto della partecipazione al questionario: “Abbiamo avuto 500.000 contatti in 3-4 mesi. Circa 221.000″ i giovani chehanno risposto al questionario. “Di questi, 100.500 hanno risposto a tutte le domande: 58.000 ragazze e 42.500 ragazzi. Quasi 51.000 partecipanti, che corrispondono al 50,6% dei questionari completati, sono ragazzi compresi fra i 16 e i 19 anni, a dimostrazione che proprio i più giovani si sono dimostrati maggiormente sensibili all’iniziativa. Il continente più rappresentato è l’Europa, con il 56,4%, seguono l’America CentroMeridionale con il 19,8% e l’Africa con il 18,1%. Tra i partecipanti che hanno completato il questionario, il 73,9% si dichiarano cattolici che considerano importante la religione, mentre i restanti sono cattolici che non considerano importante la religione (8,8%), non cattolici che considerano importante la religione (6,1%) e non cattolici che non considerano importante la religione (11,1%)”. Quanto ai temi più “sentiti” dai giovani l'elaborazione è ancora in corso ma “la ricerca di senso della vita emerge in maniera forte – ha risposto il cardinale – Poi c'è la famiglia, il senso di comunità. Molto forte è il tema dell'affettività, come quello del lavoro e degli studi. In cima a tutto però c'è la felicità: i giovani vogliono trovare il cammino giusto”.