Mons. Sgreccia: Serve una pastorale sulla vocazione alla famiglia

“Serve una pastorale che illumini bene le grandezze, il fascino, la bellezza della vocazione cristiana alla famiglia, al matrimonio, come pienezza del proprio essere, compimento della persona nell’amore umano e nell’amore divino”. Così Mons. Elio Sgreccia ha risposto alle domande dell’inviato di Radio Vaticana, che gli aveva chiesto come dovrà essere orientata la proposta pastorale dopo il Sinodo per la famiglia.

Secondo l’alto prelato si dovrà proporre una catechesi che sia rivolta a tutte le fasce d’età e non solo ai più piccoli: “Una evangelizzazione che accompagni tutta la vita e conduca veramente alla maturità. Molti matrimoni si rompono prima di aver conosciuto che cosa sia questo sacramento, forse non c’è stata mai una vera e propria catechesi di presentazione del matrimonio”.

Sul coinvolgimento dei laici nel’evangelizzazione e nella trasmissione della morale sessuale della Chiesa il vescovo ha detto: “Oggi, ci vogliono delle persone complementari alla competenza del pastore. Il sacerdote è necessario perché non deve mancare per una guida spirituale, ma ci vuole anche il medico, perché alla fine la gente ascolta i medici nel momento in cui da alla vita un bambino, o vive una gravidanza difficile o affronta l’accoglienza di una nuova vita” “Ci vogliono – ha aggiunto l’alto prelato – anche gli avvocati, gli psicologi, i pedagogisti: ci vuole attorno alla pastorale un laicato maturo. Questo non diminuisce certo il ruolo dei pastori, che danno luce, che danno sicurezza e che danno verifica. Occorre prestare attenzione alla preparazione di questi laici, come si fa con i ricercatori o con i professionisti”.