“Era partito dalla parrocchia e ora torna lì, nella sua casa”. La traslazione del sacerdote martire “fidei donum”

Il corpo di don Andrea Santoro sarà traslato nella parrocchia romana dei Santi Fabiano e Venanzio

dialogo

Il ritorno del sacerdote nella sua parrocchia. Don Andrea Santoro riposerà nella chiesa di cui fu parroco, dalla quale partì per la Turchia. Il corpo del sacerdote fidei donum – ucciso il 5 febbraio 2006 in Turchia, nella chiesa di Santa Maria a Trabzon, dove pregava con la Bibbia tra le mani – verrà infatti traslato nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio. Da lui guidata come parroco dal 1994 al 2000, quando appunto partì per la Turchia. La traslazione del corpo, dalla tomba dei parroci di Roma nel cimitero del Verano alla parrocchia, si terrà venerdì 2 dicembre. Il corpo arriverà nella chiesa di Villa Fiorelli sarà accolto dal cardinale Enrico Feroci, amico di don Santoro. Alle ore 18 il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la celebrazione eucaristica; alle ore 21, poi, è in programma una veglia di preghiera presieduta da don Marco Vianello. Oggi parroco a San Frumenzio ma che alla fine degli anni Novanta fu vice parroco di don Andrea ai Santi Fabiano e Venanzio.

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Martire in Turchia

Il corpo sarà tumulato nella tomba, realizzata ai piedi del grande Crocifisso davanti al quale il martire don Santoro era solito fermarsi in preghiera. La tomba, in travertino bianco e rosso, è stata progettata dall’architetto Patrizia Ruggiero. Il cardinale Enrico Feroci vide il sacerdote fidei donum proprio pochi giorni prima della sua uccisione. Don Santoro era infatti tornato in Italia per un breve periodo, e fu il porporato – allora parroco di Sant’Ippolito – ad accompagnarlo all’aeroporto. “Bisogna ricordare le parole che don Andrea disse quando partì la prima volta per la Turchia – osserva il cardinale Feroci –, cioè che sarebbe andato lì per accendere una piccola fiammella, per riattizzarla affinché potesse brillare con maggior forza la luce della fede. Lui davvero ha riacceso questa luce e l’ha portata fino a noi. La sua è una testimonianza di profonda fede nel Signore, perché è arrivato a donare al Signore la propria vita. Era partito dalla parrocchia e ora torna lì, nella sua casa. Davvero ha riconsegnato a noi quella luce antica”.