Le chiese ortodosse si scontrano sulla crisi in Ucraina

Ucraina

“I sacerdoti cristiani persino nelle situazioni più difficili devono sempre dividere le parti in conflitto, difendere anche i criminali, non permettere lo spargimento di sangue”, “a favore della pace si sono espressi sia il Papa, che il mondo dell’ortodossia”, “solo Filarete è a favore della guerra” queste le parole di denuncia avanzate da Vasili Ansimov, il portavoce della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca (Uoc-Mp). Secondo quanto denunciato dal servizio stampa della Uoc-Mp, il capo di una delle tre comunità ortodosse presenti in Ucraina, Filarete, ha fatto un appello al Presidente Petro Poroshenko, perché continui la guerra nell’Est separatista, in quanto è un “dovere per ogni cristiano” quello di “difendere la patria”.

Inoltre il metropolita Anton di Boryspil e Brovaey, segretario esecutivo della Uoc-Mp, ha presentato un rapporto di denuncia al presidente Poroshenko per la confisca, con la forza, di 20 parrocchie della Chiesa ortodossa fedele al Patriarcato di Mosca e la distorsione delle notizie sull’attività della Uoc-Mp operata dai media ucraini. Non avendo ricevuto alcuna risposta il metropolita ha dichiarato di avere “l’impressione che sia in corso una guerra d’informazione ben organizzata contro la Chiesa ortodossa ucraina” fedele al Patriarcato di Mosca. La notizia ha sucitato molto scalpore perchè proprio durante la recentissima riunione del Consiglio ucraino delle Chiese tenutasi il 17 febbraio, il capo di Stato ha assicurato che nel Paese tutte le comunità religiose sono considerate uguali e meritano di essere difese.

Dal canto suo, in un’intervista Filarete respinge le accuse sostenendo che “Mosca ha preso il controllo della Chiesa ucraina, perché attraverso di essa, possa influenzare la società. L’influenza del Patriarcato di Mosca in Crimea e Donbass è molto grande ed è colpa sua, se lì continua il bagno di sangue. I sacerdoti combattono con le armi, difendono i separatisti e i terroristi”.