India, la Chiesa si mobilita per superare la struttura castale della società

La "Domenica per la liberazione dei dalit”, che si celebra in tutte le comunità di fedeli cattolici in India il 12 novembre, rimette al centro dell'azione la condizione e la dignità degli oppressi

India

L’impegno della Chiesa in India contro le discriminazioni. I cattolici si mobilitano oggi per superare il sistema gerarchico di stratificazione sociale, rigorosamente ereditario. Una struttura formalmente abolita in India nel 1950. Ma, di fatto, ancora radicata nella mentalità. E che determina tuttora la suddivisione del lavoro, influenza la corsa ai posti di potere. I cosiddetti “intoccabili” continuano a essere gli ultimi nella società indiana, vittime di violenze e abusi della loro dignità. La comunità cattolica, quindi, ha sempre avuto “un’occhi particolare” per questa categoria di persone emarginate e vulnerabili. E, a partire dal 2007, ha promosso e istituito una speciale giornata. Con manifestazioni, attività, incontri, dibattiti, liturgie e cortei. Organizzati, in tutta la nazione, da un apposito ufficio in seno alla Conferenza episcopale cattolica indiana (Cbci). In collaborazione con il “Consiglio Nazionale delle Chiese dell’India”. Forum che riunisce le Chiese protestanti e ortodosse.india

Chiesa in India

La questione è di carattere nazionale. Secondo stime ufficiali, i dalit in India sono oltre 300 milioni (circa il 25% degli 1,3 miliardi di cittadini). E, sottolinea l’agenzia missionaria vaticana Fides, tra le minoranze cristiane e musulmane, è molto diffuso lo stigma dell’intoccabilità. In particolare, i dalit rappresentano circa il 60% dei 28 milioni di cristiani indiani. Ciò significa sperimentare nella maggior parte delle comunità l’emarginazione. E l’esclusione sociale, economica, culturale e politica. Nella domenica per la liberazione dei dalit (che ricorre oggi) si parla, ci si confronta. Si prega per libertà dall’oppressione e dalla discriminazione. L’obiettivo è rimarcare una drammatica contraddizione Da un lato, infatti, la convivenza civile è regolata da una Costituzione che garantisce giustizia, uguaglianza, parità di diritti e di opportunità a ogni cittadino. Dall’altro  c’è la condizione dei dalit. Ancora segnati dallo stigma sociale, spesso rifiutati da tutti. Si tratta, secondo i vescovi indiani, di una violazione intollerabile e di un vulnus democratico. “I dalit sono figli e figli e di Dio. E in quanto tali, la loro dignità inalienabile va riaffermata senza condizioni“, sostiene l’episcopato dell’India.