In Indonesia l’evangelizzazione riparte dall’istruzione

Impegno della Chiesa per l’istruzione: una “marcia longa” per gli insegnanti precari in Indonesia

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La Chiesa in Indonesia punta sull’istruzione.  Anita Lie, docente della Widya Mandala Catholic University di Surabaya, racconta all’agenzia missionaria vaticana Fides la “Marcia longa della Carità”. L’iniziativa “Charity Run” è stata organizzata da Caritas Indonesia. Col sostegno di tutta la Chiesa cattolica indonesiana. Si tratta di una corsa non competitiva. Serve a una raccolta fondi straordinaria per gli insegnati precari. La Commissione per l’istruzione della Conferenza episcopale è tra gli enti organizzatori della Marcia. E avverte: “Servono 12 miliardi di rupie (circa 840 mila dollari Usa). E noi ora miriamo a raccoglierne almeno 9”.Indonesia

Sos istruzione in Indonesia

I fondi raccolti andranno non solo agli insegnanti cattolici ma a tutti i docenti che ne hanno necessità. E’ “un’offerta alle vite vulnerabili degli insegnanti precari”. E uno slancio collaborativo della Chiesa per “esprimere la sua empatia verso i più bisognosi”. L’Indonesia ha lanciato un’importante iniziativa per migliorare il numero. E soprattutto le competenze e la qualità del suo personale docente. E circa la metà degli insegnanti della nazione sono stati certificati. Riferisce Fides che il 17% nel 2018 erano idonei per la certificazione, il 30% ancora no.pandemia

Minimo sindacale

“La professione– scrive un rapporto della Banca Mondiale– è diventata “più attraente”. Anche per l’aumento degli stipendi che mediamente ammontano a circa 600 dollari Usa al mese. Ma non per tutti è cosi. Anche se il minimo sindacale è di circa 167 dollari mensili, un docente non certificato guadagna un salario medio di 40 dollari. Ciò vale evidentemente per le tante piccole realtà sparse nell’arcipelago che non hanno il sostegno del governo. Ma che operano in luoghi e regioni dove molti genitori non arrivano a pagare la retta.

Effetto Covid

La pandemia di Covid ha peggiorato la situazione. Molti insegnanti sono assunti dalle scuole per soddisfare bisogni immediati. E non sono pagati dal governo. Ora, prima della pandemia, le scuole potevano ottenere fondi con vari mezzi. Donazioni dei genitori o tasse scolastiche nelle scuole private. Ma, durante la diffusione del Covid, molti genitori hanno perso il lavoro. E non sono in grado di pagare le tasse scolastiche. Quindi, le scuole hanno difficoltà a pagare gli insegnanti. Da qui la necessità della beneficienza.