Il Pontefice mette in guardia dagli idoli: “Fidiamoci di Dio che non delude mai”

Papa Francesco ha continuato nel corso dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI la sua catechesi sulla speranza cristiana, riflettendo sul salmo 115 e mettendo in guardia dagli idoli. Numerosi, come di consueto, i passaggi aggiunti a braccio. Come l’episodio raccontato dal Pontefice quando si trovava in Argentina. Citando la Scrittura che ci mette in guardia contro le false speranze che il mondo ci presenta, smascherando la loro inutilità e mostrandone l’insensatezza, Francesco ha aggiunto: “Ma a noi ci piacciono gli idoli, ci piacciono tanto… una volta a Buenos Aires dovevo andare da una chiesa all’altra, più o meno 1000 metri, camminando… c’è un parco in mezzo e nel parco c’erano piccoli tavolini, tanti, eh, tanti, dove c’erano seduti i veggenti. Era pieno di gente, facevano la coda, Ehi tu… gli dava la mano, e cominciava… ma il discorso è sempre lo stesso: c’è una donna nella tua vita, c’è un’ombra e tutto andrà bene… e poi pagavi. E questo ti dà sicurezza? Di una, permettetemi la parola, stupidaggine? Questo è un idolo… Sono andato dalla veggente, mi hanno tirato le carte, io so che nessuno di voi fa queste cose E mi fa pensare a quel film, “Miracolo a Milano”: che faccia, che naso… 100 lire! Si fa pagare perché ti lodino, ti diano falsa speranza. Compriamo false speranze e quella che è la speranza della gratuità che ci ha portato Gesù Cristo, che ha dato la vita per noi, di quella non ci fidiamo tanto”.

Al contrario, ha detto il Papa, “fede è fidarsi di Dio, chi ha fede si fida di Dio. Ma viene il momento in cui, scontrandosi con le difficoltà della vita, l’uomo sperimenta la fragilità di quella fiducia e sente il bisogno di certezze diverse, di sicurezze tangibili, concrete. Io mi affido a Dio ma la situazione è un po’ brutta e ho bisogno di una certezza più concreta. E lì è il pericolo. E allora siamo tentati di cercare consolazioni anche effimere, che sembrano riempire il vuoto della solitudine e lenire la fatica del credere”. Il Pontefice ha perciò messo in guardia dalla “sicurezza che può dare il denaro, nelle alleanze con i potenti, o sicurezze nella mondanità, nelle false ideologie. A volte le cerchiamo in un dio che possa piegarsi alle nostre richieste e magicamente intervenire per cambiare la realtà e renderla come noi la vogliamo; un idolo, appunto, che in quanto tale non può fare nulla, impotente e menzognero”. ma

Eppure, ha proseguito, “l’uomo, immagine di Dio, si fabbrica un dio a sua propria immagine, ed è anche un’immagine mal riuscita: non sente, non agisce, e soprattutto non può parlare. Ma noi – ha aggiunto a braccio – siamo più contenti di andare dagli idoli che di andare dal Signore. Siamo tante volte più contenti dell’effimera speranza che è falsa che della grande speranza sicura che ci dà il Signore”. Ideologie, ricchezze (“e questo è un grande idolo”), potere, successo, vanità, valori come la bellezza fisica e la salute “quando diventano idoli a cui sacrificare ogni cosa – ha detto il Papa – sono tutte realtà che confondono la mente e il cuore, e invece di favorire la vita conducono alla morte”. E ancora a braccio ha raccontato un altro aneddoto: “È brutto sentire e fa dolore all’anima quello che anni fa ho sentito nell’altra diocesi: una donna, una brava donna, molto bella, molto bella e si vantava della bellezza, commentava, come se fosse naturale “ho dovuto abortire perché la mia figura è molto importante”. Questo sono gli idoli e ti portano sulla strada sbagliata e non ti danno la felicità”. Poi Francesco ha ammonito: “anche noi, uomini di Chiesa, corriamo questo rischio quando ci “mondanizziamo”. Bisogna rimanere nel mondo ma difendersi dalle illusioni del mondo”. Infine, il Papa ha ricordato che “sempre il Signore si ricorda di noi, anche nei momenti brutti e questa è la nostra speranza e la speranza non delude mai, mai; gli idoli deludono sempre, sono fantasie non sono realtà. (…) In questo Dio noi abbiamo speranza, in questo Dio che non è un idolo e non delude mai”.

Al termine dell’udienza il Papa ha invitato a diffidare dei truffatori che fanno pagare i biglietti per le udienze. “Nei biglietti c’è scritto in 6 lingue che il biglietto è del tutto gratuito. Per entrare all’udienza sia in Aula che in piazza non si deve pagare – ha detto Francesco – è una visita gratuita che si fa al Papa, per parlare col Papa, col vescovo di Roma. Ma ho saputo che ci sono dei furboni che fanno pagare i biglietti… se qualcuno vi dice che per andare in udienza dal Papa bisogna pagare qualcosa, ti stanno truffando, stai attento: qui si viene senza pagare perché questa è casa di tutti e chi dice questo, si fa pagare, mah è un reato, non so, ma quello è un delinquente, questo non si fa, capito?”