IL PONTEFICE ALL’UDIENZA: “CHIEDIAMO PERDONO PER CHI NON ACCOGLIE I MIGRANTI”

“Per i genitori sopravvivere a un figlio è qualcosa di particolarmente straziante, è come si fermasse il tempo, si apre una voragine che inghiotte il passato e il futuro, è uno schiaffo all’amore, alle promesse, ai doni, ai sacrifici”. Così, dopo i saluti iniziali, Papa Francesco ha iniziato la sua catechesi, che si inserisce in quelle del ciclo della famiglia, alla quale hanno assistito oltre 15mila persone. Oggi ha toccato il tema del lutto, sottolineando che “quando colpisce gli affetti familiari, la morte non riesce mai ad apparirci naturale”.

Di fronte alla morte “tutta la famiglia rimane come paralizzata e ammutolita e – osserva il Papa – qualcosa di simile patisce anche il bimbo che rimane solo per la perdita dei genitori: ‘ma dove è il papà, la mamma?’. ‘E’ in cielo’. ‘Ma perché non lo vedo?’, questa domanda copre una angoscia nel cuore di un bambino o di una bambina”. Inoltre il Pontefice ha spiegato che la perdita di una persona cara a è paragonabile ad un “buco nero che si apre nella vita delle famiglie”, un evento a cui non si riesce a dare una spiegazione e che ci porta anche a prendercela con Dio. “Questa gente si arrabbia, bestemmia, e questa rabbia è il dolore che viene dal cuore”.

“Gli affetti familiari appaiono come potenze inerti” di fronte a quel “buco nero” che è la morte di un figlio o di un genitore, ma tanti riescono “a dimostrare con i fatti che la morte non ha l’ultima parola, tutte le volte che una famiglia ha la forza di custodire l’amore anche di fronte alla morte, essa impedisce alla morte di prendersi tutto, il buio della morte va affrontato con un più intenso lavoro di amore di Dio”.

Inoltre il Pontefice ha chiesto ai pastori di essere vicini alle famiglie che sperimentano un lutto “di non negare l’esperienza del pianto”, di aiutare “le tantissime famiglie che hanno saputo cogliere nel passaggio della morte anche il fortissimo passaggio del Signore, il lavoro dell’amore di Dio che è più forte della morte, di quell’amore dobbiamo farci complici con la nostra fede”. Ha anche esortato a non confondere la visione cristiana della morte con “visioni nichiliste” o “mitologiche vecchie e nuove”.

Inoltre, al termine della catechesi sulla famiglia, non è mancato un riferimento alla sua prima vera enciclica sull’ambiente. “Domani – ha detto il Papa – sarà pubblicata l’enciclica sulla cura della ‘casa comune’ che è il creato. Questa nostra ‘casa’ si sta rovinando e ciò danneggia tutti, specialmente i più poveri. Il mio è dunque un appello alla responsabilità in base al compito che Dio ha dato all’essere umano creare e custodire il giardino”. “Invito tutti – ha detto il Papa in udienza generale – ad accogliere con animo aperto questo documento, che si pone nella linea della dottrina sociale della Chiesa”.

Il Pontefice ha inoltre ricordato i tanti che “cercano rifugio lontano dalla loro terra” e “una casa dove poter vivere senza timore, perché siano sempre rispettati la loro dignità”, e ha incoraggiato “l’opera di quanti portano loro un aiuto” e auspicato che “la comunità internazionale agisca in maniera concorde e efficace per prevenire le cause delle migrazioni forzate”. “Vi invito tutti – ha detto il Papa a braccio nel suo appello per la Giornata dei rifugiati – a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita”.