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Home Chiesa Cattolica Il Papa sulle migrazioni: “Sono un dramma di divisione”
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Il Papa sulle migrazioni: “Sono un dramma di divisione”

da
Salvatore Caporale
-
30 Giugno 2017
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    Un ritardo insolito, di circa 25 minuti, dovuto al protrarsi delle udienze precedenti, per il quale il S. Padre ha chiesto scusa. Ma alla fine il Papa ha incontrato nella Sala Clementina i membri dell’Organizzazione Italo-Latino Americana (IILA), in occasione del 50. anniversario di fondazione. I membri dell’organismo internazionale creato a Roma nel 1966 sono, oltre all’Italia, Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana, Uruguay e Venezuela.

    Potenzialità

    Il Papa nel suo discorso è tornato a denunciare le disuguaglianze sociali e la piaga dell’emigrazione “che divide le famiglie”. Lo ha fatto sottolineando tre aspetti. “Anzitutto individuare le potenzialità. I paesi dell’America latina sono ricchi di storia, cultura, risorse naturali; inoltre la loro gente è buona e solidale con gli altri popoli. Ciò è stato comprovato in occasione delle recenti calamità naturali”. Malgrado ciò, “l’attuale crisi economica e sociale ha colpito la popolazione e ha prodotto l’incremento della povertà, della disoccupazione, della diseguaglianza sociale, come pure lo sfruttamento e l’abuso della nostra casa comune. E questo a un livello tale che non avremmo immaginato dieci anni fa. Di fronte a questa situazione c’è bisogno di un’analisi che tenga conto della realtà delle persone concrete, la realtà del nostro popolo. Questo ci aiuterà a renderci conto delle necessità reali che esistono”.

    Coordinare gli sforzi

    Il secondo aspetto preso in considerazione dal Papa è “coordinare gli sforzi per dare risposte concrete e far fronte alle istanze e alle necessità dei figli e delle figlie dei nostri Paesi” che “non significa lasciar fare ad altri e alla fine approvare; comporta invece molto tempo e molto sforzo; è un lavoro nascosto e poco apprezzato, ma necessario. Davanti a un mondo globalizzato e sempre più complesso, l’America Latina deve unire gli sforzi per far fronte al fenomeno dell’emigrazione; e gran parte delle sue cause avrebbero potuto essere affrontate già da molto tempo, ma non è mai troppo tardi”. Il Pontefice ha ricordato che “l’emigrazione è sempre esistita, però negli ultimi anni si è incrementata in un modo mai visto prima”. Nella ricerca di migliori condizioni di vita, “molte persone subiscono la violazione dei propri diritti; molti bambini e giovani sono vittime della tratta e sono sfruttati, o cadono nelle reti della criminalità e della violenza organizzata. L’emigrazione è un dramma di divisione: si dividono le famiglie, i figli si separano dai genitori, si allontanano dalla terra d’origine, e gli stessi governi e i Paesi si dividono davanti a questa realtà. Occorre una politica congiunta di cooperazione per affrontare questo fenomeno. Non si tratta di cercare colpevoli e di eludere la responsabilità, ma tutti siamo chiamati a lavorare in maniera coordinata e congiunta”.

    Promuovere il dialogo

    Infine il terzo aspetto, promuovere, a cominciare da “una cultura del dialogo. Alcuni Paesi stanno attraversando momenti difficili a livello politico, sociale ed economico – ha sottolineato il Papa – I cittadini che hanno meno risorse sono i primi a notare la corruzione che esiste nei diversi strati sociali e la cattiva distribuzione delle ricchezze. So che molti Paesi lavorano e lottano per realizzare una società più giusta, promuovendo una cultura della legalità. La promozione del dialogo politico è essenziale, sia tra i diversi membri di questa Associazione, sia con i Paesi di altri continenti, in modo speciale con quelli dell’Europa, per i legami che li uniscono. Il dialogo è indispensabile; ma non il ‘dialogo tra sordi’! Si richiede un atteggiamento recettivo che accolga suggerimenti e condivida aspirazioni. Capacità di ascolto. È uno scambio reciproco di fiducia, che sa che dall’altra parte c’è un fratello con la mano tesa per aiutare, che desidera il bene di entrambe le parti e – ha concluso il Pontefice – vuole rafforzare i legami di fratellanza e amicizia per progredire su vie di giustizia e di pace”.

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