I frutti della Chiesa a Maurizio

Apoche ore dal decollo dell'aereo che porterà Papa Francesco a visitare il Mozambico, il Magagascar e la Repubblica di Maurizio, Port Louis s'appresta a ricevere il Santo Padre con la semplicità che contraddistingue il suo popolo. Su oltre un milione di abitanti, i cristiani sull'isola sono circa il 32%: il 17% è di fede islamica e il 50% è induista. Ciononostante, lo Stato africano ha sempre vissuto nella concordia e tolleranza. La Repubblica di Maurizio è, in effetti, una replica in piccolo della dimensione di tolleranza cui spera l'interno Continente, da sempre crocevia di culture che, spesso, hanno colliso: “Il Papa non viene solo per i cattolici, ma a visitare un popolo” dice  padre Georgy Kenny, a capo del Comitato diocesano che ha organizzato la visita del Papa sull'isola. 

Un popolo in attesa

Intervistato sul quotidiano locale Le Mauricien, padre Kenny non ha nascosto l'attesa che i mauriziani stanno coltivando per la visita del Pontefice: ” Volevamo che la preparazione della visita di questo papa, che è una figura unificante, fosse un'opportunità per i mauriziani di tutte le culture e religioni di incontrarsi nel quartiere in cui vivono o nei loro luoghi di lavoro”. Un modello, dunque, di unità per un popolo che ha fatto dell'incontro verso l'altro la sua cifra indicativa. Il logo ufficiale della visita del Pontefice a Port Louis è corredato dall'espressione “pellegrino della pace” ed è in tale veste che il Paese vede il Santo Padre.

Sulle spalle del beato Laval

Come ha ricordato padre Kerry, il viaggio apostolico del Santo Padre coincide  con il giorno in cui si ricorda il beato Jacques-Désiré Laval, scomparso il 9 settembre 1864 e chiamato l'apostolo mauriziano per il suo afflato missionario che lo spinse a portare la Parola di Dio fra i popoli indigeni dalla sua natìa Normandia: “È una felice coincidenza ed un bel segno per il nostro Paese” ha detto padre Kerry. Papa Francesco visiterà la tomba del beato in forma privata, in piena consonanda con lo spirito mite – e altrettanto dirompente – del beato ottocentesco. Lo ricordava anche papa Giovanni Paolo II nella cerimonia di beatificazione del padre spiritano il 29 aprile 1979: “[Padre Laval] non era portato né per svolazzi oratori né verso cerimonie vistose, seducenti per quelle anime semplici ma prive di un domani, [ma] si scelse dei collaboratori, uomini e donne, come guide per la preghiera, catechisti, visitatrici e consigliere dei malati, responsabili di piccole comunità cristiane: cioè poveri che evangelizzassero altri poveri”.

Chiamata all'unità

La visita di Papa Francesco avviene a un mese dai Jeux des îles, le competizioni sportive amichevoli giovanili a cadenza annuale tra gli atleti delle maggiori isole. Come ricorda padre Kerry, è l'unità lo spirito fondante della Repubblica di Maurizio: “Quest'evento ha rivelato che è possibile vivere il mauritanesimo attorno a un ideale unificante“. Ed è con tale spirito che il popolo si dispone ad accogliere l'arrivo del Santo Padre, dalla cui visita in molti s'aspettano una riflessione anche sociale e politica: “La convivenza mauriziana è possibile nella vita di tutti i giorni e nel fare insieme, altrimenti rischia di essere solo uno slogan, e credo che i giovani siano un catalizzatore – ha ricordato pradre Kerry -.Spero che questa visita non venga travisata con slogan vuoti”. Per questo, nonostante le sole nove ore di permanenza del Santo Padre sull'isola, lo Stato, riunito simbolicamente nella città di Port Louis, dal centro alle sue diramazioni periferiche, cercherà di vivere la visita del Papa come un momento unificante della loro storia.

Sulle orme di Giovanni Paolo II

Sebbene i giovani rappresentino la spinta propulsiva del Paese, in molti Mauriziani è ancora vivo il ricordo della storica visita di papa Giovanni Paolo II, che permase nell'area bagnata dall'Oceano Indiano per ben tre giorni. Padre Kerry ricorda che “le persone che hanno vissuto la visita […], conservano ricordi memorabili e questo è molto confortante per la diocesi”. Nelle immagini degli isolani di Reunion è rimasta impressa l'immagine del papa santo che baciò la terra mentre scendeva dall'aereo, tanto quanto la partecipazione di oltre 100.000 fedeli alla Messa celebrata proprio sull'isola. E così, a distanza di qualche decennio, Papa Francesco ravvivrà il ricordo di quanti hanno colto i frutti della visita di Papa Wojtila. Un modo per la Chiesa di cogliere i frutti di un magistero che continua con il medesimo spirito missionario: “Il Papa viene nell'Oceano Indiano come pellegrino di pace – ha detto padre Kerry. – Viene a trovarci come capo della Chiesa cattolica e con lo status di Capo di Stato. Avrà sicuramente una parola da darci come pastore e come persona con una chiara visione del mondo“.