Bergoglio alla Curia Romana: “Guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere”

Francesco ha incontrato la Curia Romana per uno scambio di auguri in occasione del Santo Natale. In un contesto in cui i predecessori del Pontefice erano soliti fare una rilettura degli eventi ecclesiali dell’anno o sulle indicazioni di programmi futuri, il Papa ha sottolineato l’importanza della “riforma spirituale” della Curia ricordandone i santi che sino ad oggi ne hanno tracciato il cammino. Bergoglio non manca di esortare l’assemblea a svolgere la sua missione nello zelo, con un servizio pastorale discreto sempre più a contatto con il Popolo.

L’invito del successore di Pietro è quello di continuare a camminare e a crescere nel proprio lavoro, ricordando quali possono essere i pericoli per un cristiano: “La Curia è chiamata a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santità e sapienza per realizzare pienamente la sua missione – dice Papa Francesco – Eppure essa, come ogni corpo, è esposta anche alle malattie, al malfunzionamento, all’infermità. E qui vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie. Sono malattie più abituali nella nostra vita di curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio al Signore. Ci aiuterà il catalogo delle malattie – sulla strada dei Padri del deserto, che facevano questi cataloghi – di cui parliamo oggi, a prepararci al sacramento della riconcializione, che sarà un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale”.

Nel gergo sempre nuovo del Pontefice risalta la definizione di “Alzheimer spirituale”, cioè quella malattia che colpisce gli uomini quando dimenticano la storia della salvezza, quando non ricordano la loro storia personale con il Signore, il primo amore. “Si tratta – ha detto il Papa – di un declino progressivo delle facoltà spirituali che in un più o meno lungo intervallo di tempo causa gravi handicap alla persona facendola diventare incapace di svolgere alcuna attività autonoma, vivendo uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie”. Questi sintomi sono evidenti in quei cristiani che “dipendono completamente dal loro presente, dalle loro passioni, capricci e manie; in coloro che costruiscono intorno a sé dei muri e delle abitudini diventando, sempre di più, schiavi degli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani”. Nel concludere Francesco ha chiesto a cardinali e vescovi riuniti nella Sala: “Guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere”, sottolineando il peso che la maldicenza ha all’interno delle relazioni personali e nella Chiesa.